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La second life di Second Life, ai tempi del metaverso

La second life di Second Life, ai tempi del metaverso
‌Torna il fondatore Philip Rosedale per riconquistare il mercato dei mondi digitali e virtuali che aveva creato quasi vent’anni fa: “Il metaverso non sarà basato sulla pubblicità"
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Philip Rosedale, il fondatore di Second Life, torna nell'azienda che ha lasciato nel 2010 per portarla sulla strada del metaverso e sconfiggere, novello Davide contro il gigante Golia, Facebook (che oggi si chiama Meta) e gli altri big della tecnologia, che vogliono ipotecare anche il futuro delle relazioni digitali online. 

Nel 2003 Rosedale è stato il co-creatore di uno dei primi mondi virtuali di larga diffusione, nato prima ancora che venisse fondato Facebook, e che per un certo periodo è stato considerato il futuro dei social. In tutto il mondo, Italia compreso, si era diffusa l'idea che il futuro dell'interazione online non sarebbe stato il Web o i telefonini, ma l'uso dei computer con un social tridimensionale simile a un videogioco, nel quale le interazioni non avessero uno scopo preciso. E questo aveva portato aziende ed enti pubblici e istituzioni alla corsa all'acquisto di spazi virtuali su Second Life per essere pronti all'arrivo di folle di utenti in una nuova versione della corsa al Web, che però non si è mai di fatto realizzata per Second Life. E che ancora oggi si sta ripetendo, per esempio su Earth 2.

Come funziona Second Life
A differenza di un gioco che ha obiettivi da far raggiungere, Second Life propone un ambiente in cui passare il tempo senza fare altro che socializzare, ed eventualmente comprare o vendere oggetti virtuali. Per fare questo l'azienda fondata da Rosedale, i Linden Lab, permetteva e permette di acquistare terra digitale sulla quale costruire edifici o comprarli da maker, così come vestiti, accessori, veicoli e altre cose che si potevano scambiare con un'economia basata sui Linden Dollar, che l'azienda permette di comprare e vendere con dollari veri. 

Il modello di business, che ha permesso a Second Life di sopravvivere sinora con i conti in attivo, è quello dell'affitto dei terreni virtuali e della tassazione sul cambio dei Linden Dollar. Dal milione e poco più di utenti attivi nel periodo d'oro, oggi ci sono alcune centinaia di migliaia di iscritti sopravvissuti, che continuano a usare Second Life con scopi diversi: dalle comunità di appassionati a subculture che fanno cosplay o giochi di ruolo, sino a curiosi che vogliono semplicemente interagire in un ambiente virtuale, oltretutto sicuro anche durante la pandemia. Negli anni, anche molti docenti e ricercatori universitari di tutto il mondo hanno sfruttato Second Life come posto virtuale per meeting e riunioni in quasi-presenza.

Costruire il metaverso
Rosedale torna con il ruolo di consulente strategico e l'obiettivo è quello di trasformare la vecchia idea di social tridimensionale e virtuale di Second Life in un metaverso vero e proprio. E ha idee chiare su cosa potrebbe funzionare e cosa no.

Il campo di battaglia aperto da Facebook, oggi diventata Meta Platforms proprio per sottolineare l'obiettivo di voler giocare una partita diversa in un ambiente di realtà virtuale immersiva, è ancora tutto da definire. Molte aziende stanno investendo miliardi di dollari per cercare di costruire sistemi basati su realtà aumentata o virtuale che possano attirare le persone: oltre a Meta, anche Microsoft, Nvidia e numerose startup e aziende di videogiochi come la Epic Games di Fortnite o Roblox, stanno cercando la chiave per creare un metaverso che funzioni. 

La stessa Apple, secondo numerose indiscrezioni, dovrebbe presentare un apparecchio per la realtà aumentata che potrebbe essere usato dai produttori di ambienti virtuali o da Apple stessa per creare un metaverso.

I modelli di business
Second Life, nonostante sia stata fra le prime aziende a creare qualcosa di simile a un metaverso, è il classico Davide contro Golia rispetto ai colossi come Facebook e i suoi 3,5 miliardi di utenti attivi ogni mese (Second Life dichiara di avere circa un milione di utenti attivi in tutto). Tuttavia, Rosedale ritiene che il modello di business dei big, basato fondamentalmente nel tracciare il comportamento degli utenti per inviare pubblicità mirate, sia inadatto alle piattaforme immersive del futuro. 

“Penso che ci sia un rischio genuino, esistenziale addirittura, associato al modo con il quale vengono tracciati gli utenti dai social tradizionali”, ha detto al Wall Street Journal. Il metaverso del futuro non sarà basato sulla pubblicità, ma su altri modelli di business migliori di quelli che monetizzano gli utenti.

Assieme a Rosedale tornano anche una serie di sviluppatori e i brevetti che il creatore aveva portato via con sé, oltre ai finanziamenti di High Fidelity, la società di investimenti che ha fondato nel 2013 e che è specializzata in esperienze di realtà virtuale video e audio. Il più grande problema che deve affrontare è però demografico: la maggior parte degli utenti dei social 3d di oggi, da Minecraft a Fortnite, a Roblox, o ai grandi videogiochi per console e computer, non erano ancora nati quando è stata fondata Second Life, non hanno familiarità con quel tipo di esperienza o addirittura ne ignorano del tutto l'esistenza.