Nel 1994 un calciatore colombiano, Andrés Escobar, è stato ucciso dopo i Mondiali disputati negli Stati Uniti, assassinato a Medellin per aver spedito involontariamente il pallone nella sua porta. Un'autorete che è costata l'eliminazione della Colombia e ingenti perdite al giro di scommesse clandestine organizzate nel Paese. Ventisette anni dopo tre calciatori inglesi, ritenuti colpevoli della sconfitta dell'Inghilterra nella finale di Euro 2020, hanno ricevuto dai loro tifosi un trattamento che non lascia segni sul fisico ma di sicuro uccide l'anima.
Cos'è successo
La finale degli Europei di calcio tra Italia e Inghilterra, è stata decisa ai rigori. Bukayo Saka, Marcus Rashford e Jadon Sancho sono i giocatori della nazionale inglese che hanno sbagliato il loro tiro dal dischetto. La selezione inglese, che giocava in casa, nello stadio londinese di Wembley, attendeva con ansia un trionfo calcistico che manca dal 1966 (l'anno della vittoria del Mondiale).
Gli insulti razzisti
Nelle ore successive alla sconfitta dell'Inghilterra, sui profili social dei tre giocatori, in particolare quelli su Instagram, sono apparsi numerosi insulti razzisti ed emoji estremamente offensive. A Manchester un graffito realizzato in onore di Marcus Rashford è stato rovinato da vandali poco dopo la finale persa ai rigori.
Nel corso degli Europei, diversi tifosi avevano fischiato i calciatori inglesi per essersi inginocchiati al fischio d'inizio, un gesto simbolico contro il razzismo che sostiene il movimento Black Lives Matter. Il primo ministro inglese, Boris Johnson, è stato criticato per non aver pubblicamente condannato quei fischi.
Le reazioni
In una lunga lettera pubblicata sui social, che in poco più di 12 ore ha raccolto quasi un milione di like, Marcus Rashford ha espresso il suo profondo dispiacere per l'accaduto: "Posso ricevere critiche per la mia performance, per il mio rigore che non era abbastanza buono, che sarebbe dovuto entrare, ma non chiederò mai scusa per ciò che sono e per le mie origini. Che sia il colore della mia pelle, o dove sono cresciuto oppure come spendo il tempo fuori dal campo".
Un altro calciatore della nazionale inglese, il difensore Mings, 28 anni, ha attaccato duramente su Twitter il premier Johnson e la ministra dell'Interno Priti Patel: "Prima avete aizzato gli animi all'inizio dell'Europeo, quando dicevate che facevamo "Politica gestuale" quando ci inginocchiavamo contro il razzismo. Ora fate finta di essere scandalizzati quando tutto questo è ciò per cui si siamo attivati e contro cui stiamo lottando".
Il principe William e sua moglie, Kate Middleton, si sono detti 'nauseati' dagli insulti razzisti indirizzati ai calciatori inglesi. La Federazione calcistica inglese ha diffuso sui social un comunicato stampa in cui si dichiara 'sgomenta' per gli insulti online e annuncia di voler intraprendere provvedimenti per proteggere i calciatori e punire gli autori dei commenti.
In seguito all'atto vandalico, gli abitanti del quartiere di Manchester in cui si trova il graffito dedicato a Rushford hanno coperto le scritte offensive con messaggi di affetto e sostegno.
Il campione britannico di Formula 1, Lewis Hamilton, ha pubblicato sul suo profilo Instagram una foto in cui sono ritratti quattro calciatori neri della nazionale inglese, tra cui i tre bersagliati dagli insulti razzisti. Un'immagine accompagnata da un lungo testo in cui, tra le altre cose, il pilota afferma: "Il comportamento disgustoso di alcuni mostra quanto lavoro c'è ancora da fare per una società che non chieda ai giocatori neri di provare il loro valore o di guadgnarsi il loro posto nella società solo attraverso la vittoria".
Cosa ha fatto Instagram (e cosa avrebbe potuto fare meglio)
"Nessuno dovrebbe ricevere insulti razzisti ovunque, e non vogliamo che accada su Instagram - ha dichiarato un portavoce di Facebook, l'azienda che controlla il social network -. Abbiamo velocemente rimosso i commenti e gli account che hanno insultato i calciatori inglesi. Invitiamo i giocatori ad attivare la funzione "Parole nascoste" sui loro profili, che permette di cancellare commenti offensivi e di non riceverne attraverso messaggi diretti".
Con un lungo thread su Twitter, il reporter tech Ryan Mac - ex BuzzFeed da poco assunto al New York Times - ha riportato l'insofferenza di molti dipendenti Facebook per il modo in cui l'azienda ha gestito la vicenda. Facebook "non avrebbe fatto abbastanza per fermare gli insulti ai calciatori inglesi" e i suo dipendenti sono dell'idea che in questi casi si debba agire "più velocemente".
Cos'altro c'è da sapere
Rashford, calciatore del Manchester United, aveva denunciato offese e insulti razzisti anche a maggio 2021, dopo la sconfitta del suo club in finale di Europa League: "Ho contato almeno 70 razzisti sui miei profili social. A tutti quelli che stanno provando a farmi sentire peggio di quanto già mi senta, buona fortuna".
Ancora prima, alla fine di aprile 2021, i club iscritti alla Premier League, la massima serie calcistica inglese, avevano protestato simbolicamente contro l'odio e il razzismo in rete sospendendo, per un week-end di campionato, qualsiasi post su Facebook, Twitter ed Instagram.