
Nuovi moduli spaziali abitati da astronauti, non più in orbita terrestre ma in orbita attorno alla Luna. Il modulo di servizio della nuova navicella della Nasa «Orion», e la sonda robotizzata che preleverà campioni di Marte e li riporterà sulla Terra, testando con tecnologie che anticiperanno le missioni con astronauti. Sono alcune tra le tappe principali dell’esplorazione spaziale dei prossimi anni, in cui l’Europa dello spazio, e quindi anche l’Italia, saranno protagoniste. I programmi sono iniziati, e ora partono anche i contratti e le commesse industriali. E l’industria italiana, con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana, è già mobilitata e pronta ad affrontare le nuove sfide che riporteranno gli astronauti oltre l’orbita terrestre.
I moduli attorno alla Luna
Il ritorno di astronauti sulla Luna è in programma con un primo nel 2024, con un uomo e una donna che la esploreranno nella missione «Artemis 3». A differenza delle missioni storiche dell’Apollo, questa volta gli astronauti attraccheranno ad una stazione in orbita lunare: qui vi resteranno per qualche giorno, prima di entrare in un modulo lunare già agganciato alla stazione, per poi tentare l’allunaggio. Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%), svilupperà due dei moduli principali per la futura stazione in orbita cislunare, la «Lunar Orbital Platform – Gateway (Lop-G)». Si tratta di I-Hab (International Habitat), il modulo dove verranno ospitati gli astronauti, ed Esprit, il modulo per le comunicazioni e il rifornimento. Questi due moduli costituiscono il contributo europeo al Gateway. La prima tranche del contratto I-Hab, (del valore di 36 milioni di euro, l'importo globale è di 327 milioni di euro) è stata firmata con l'Agenzia Spaziale Europea (Esa). Lo sviluppo di Esprit, invece, è già iniziato grazie all’Autorizzazione a Procedere e la relativa firma del contratto prevista entro la fine di quest’anno. Gateway, è frutto di una cooperazione internazionale, attualmente coinvolge Nasa (Stati Uniti), Esa (Europa), Jaxa (Giappone) e Csa (Canada), con ciascun partner incaricato dello sviluppo di elementi complementari, da assemblare e rendere operativi in orbita lunare a partire dal 2024.
Gateway: la porta di accesso ai pianeti
La stazione orbitante, del peso di circa 40 tonnellate, verrà assemblata nello spazio, in una orbita quasi rettilinea attorno alla Luna, con punto più distante di 70mila chilometri, e il più vicino a soli 3mila. L’infrastruttura comprenderà principalmente moduli abitativi per l'equipaggio che offriranno anche capacità di attracco per altri veicoli e per la capsula della navicella spaziale Orion, moduli logistici, elementi in grado di garantire la comunicazione tra la Terra e la Luna, camere di decompressione per le attività extraveicolari dell'equipaggio e per esperimenti scientifici, nonché un braccio robotico. La stazione Gateway non è pensata per un’occupazione permanente, come per la Iss in orbita terrestre , poiché l’esposizione alle radiazioni attorno alla Luna è maggiore rispetto all’orbita terrestre. Tuttavia potrà ospitare equipaggi di un massimo di 4 persone contemporaneamente, per periodi da uno a tre mesi. «Attraverso questi importanti contratti Thales Alenia Space metterà a punto tutte le proprie competenze per espandere le conoscenze e superare le frontiere dell'esplorazione lunare - ha commentato Massimo Claudio Comparini, Senior Executive Vice President Osservazione, Esplorazione e Navigazione in Thales Alenia Space - Guardando ancora più avanti, questa stazione spaziale sarà un punto di partenza fondamentale per future missioni umane nello spazio profondo, Marte compreso». «Sono molto orgoglioso che l’ azienda abbia capitalizzato le competenze maturate nella realizzazione della Stazione Spaziale Internazionale per diventare oggi il punto di riferimento europeo nelle infrastrutture orbitali, nonché un partner fondamentale nella sfida del ritorno dell'uomo sulla luna», ha concluso Walter Cugno, Vice Presidente del Dominio Esplorazione e Scienza di Thales Alenia Space.
La missione che riporterà un pezzo di Marte sulla Terra
Dalla Luna a Marte. La giornata di oggi segna un passo importante per il contributo europeo ai programmi spaziali del decennio 2020-2030. Thales Alenia Space, ha firmato con Airbus Defence and Space, primo contraente del programma, l’avvio per contribuire allo sviluppo dell'Earth Return Orbiter (Ero), elemento chiave della missione Mars Sample Return (Msr), il cui lancio è in programma per il 2026, che verrà realizzata attraverso una cooperazione internazionale guidata dalla Nasa. E’ la sezione del veicolo spaziale che, di fatto, porterà sulla Terra un po’ di chili del Pianeta Rosso. La prima tranche del contratto di circa 11 milioni di euro coprirà le prime attività di sviluppo e progettazione, mentre il valore contrattuale globale è di circa 130 milioni di euro. La sonda Earth Return Orbiter è composta dal modulo di ritorno – Return Module, e dal modulo di inserzione in orbita marziana – Orbit Insertion Module. Il Return Module contiene il «carico utile» della Nasa dedicato alla cattura dei campioni marziani una volta in orbita attorno a Marte, al successivo isolamento e consegna a Terra. L'Orbit Insertion Module è un elemento aggiuntivo della sonda spaziale che abilita la propulsione chimica per l’inserimento del veicolo spaziale nell'orbita di Marte. Questo modulo è di fondamentale importanza in quanto consentirà la riduzione della velocità del veicolo spaziale, permettendo alla gravità marziana di catturare l'Ero, inserendolo in un'orbita stabile. Quando la manovra sarà completata con successo, l'Oim verrà rilasciato dal Rm consentendogli di risparmiare massa in vista del ritorno sulla Terra.
Bracci robotici made in Italy
«Siamo entusiasti di far parte della squadra che gestirà questa missione rivoluzionaria che porterà Marte sulla Terra, e che aprirà una nuova frontiera nelle missioni di esplorazione di Marte - dichiara Hervé Derrey, Ceo di Thales Alenia Space –. La missione della sonda Mars Sample Return ha un'immensa importanza scientifica, che potrebbe portare a nuove clamorose scoperte sulla geologia marziana, clima e la vita stessa. Il nostro coinvolgimento in questa nuova missione riflette la nostra aspirazione Space for Life, e si basa su tutto ciò che abbiamo già sviluppato in termini di tecnologie, incluso il fondamentale aspetto della protezione planetaria». Leonardo sta studiando e progettando i due bracci robotici che raccoglieranno e trasferiranno i campioni marziani sul «Veicolo di Ascesa» (Mars Ascent Vehicle), che dalla superficie marziana, con i campioni, decollerà per trasferirli al modulo della sonda in orbita attorno al pianeta. Entrambi i bracci si basano sull'esperienza maturata nella realizzazione dei modelli Delian e Dexarm, sviluppati da Leonardo, tuttora considerati standard di riferimento nel mercato spaziale europeo. Entro il 2031, la missione Mars Sample Return raccoglierà campioni della superficie di Marte e li riporterà ai fini di studio nei laboratori terrestri. L’operazione sarà complessa. Inizialmente il MSR Sample Retrieval Lander scenderà sulla superficie del pianeta trasportando il Sample Fetch Rover (SFR) e il Mars Ascent Vehicle (Mav). Il Sfr raccoglierà i campioni dalla superficie marziana che sono stati immagazzinati dal rover Mars 2020 Perseverance della Nasa (ora in viaggio) e trasferirà questi campioni nel Mars Ascent Vehicle, un mini-razzo (alto due metri e mezzo) sviluppato dalla Nasa, che li lancerà nell'orbita di Marte. In quel momento, la sonda Ero, che verrà lanciata nel 2026, sarà pronta per localizzare e catturare i campioni rilasciati dal Mav. Dopo la cattura, i campioni verranno sigillati in un sistema di contenimento biologico e posti all'interno del Earth Entry Vehicle. Ero lascerà l'orbita marziana e tornerà sulla Terra. Al rientro in orbita terrestre, Ero rilascerà l’Earth Entry Vehicle che verrà recuperato e il campione verrà così analizzato.