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Scardanzan, un salto oltre i limiti. È la quinta italiana di tutti i tempi

L’astista di Preganziol, che gareggia per l’Atletica Silca Conegliano, migliora il personale arrivando a 4.45: «Ora al lavoro per la convocazione agli Europei, sognando le Olimpiadi»

Salima Barzanti
Aggiornato alle 2 minuti di lettura
La gioia di Virginia Scardanzan dopo il personale (foto Del Frate) 

È abituata a volare di qua e di là dell’Oceano Atlantico, dividendosi tra la sua casa a Preganziol e quella con il suo amore, Blake Cheatham (personal trainer che la segue in palestra) negli States. In mezzo tante pedane, un sacco di aste, scarpe chiodate, e un sogno chiamato Olimpiadi.

Virginia Scardanzan, che di pedane ha calcato anche quelle della ginnastica artistica, lunedì sera in piazza a Chiari, nel Bresciano, per il meeting dedicato al salto con l’asta, è volata a 4.45 metri, misura che è andata a migliorare il suo primato personale di dieci centimetri e l’ha fatta diventare la quinta italiana di sempre nel salto con l’asta.

Altezza da vertigini, per l’allieva di Marco Chiarello (a Padova) e di Rick Attig (a Topeka, in Kansas). Per la 25enne trevigiana (con un palmares ricco di titoli e podi tricolori da junior, promessa e assoluta, oltre a quelli universitari americani), una vita da pendolare dell’atletica. E oggi nuova chiamata, al Meeting di Rovereto per il Palio della Quercia.

Virginia, che effetto fa essere la quinta italiana del salto con l’asta?

«Sono davvero felice, finalmente ho messo insieme tutti i pezzi del puzzle e sono riuscita a fare questa grande misura, che mi rende orgogliosa del lavoro che abbiamo fatto».

Ci racconta le sensazioni di questa gara eccezionale, che ha visto la vittoria di Roberta Bruni al primato italiano e Elisa Molinarolo, con cui tra l’altro si allena a Padova, a migliorarsi ancora.

«Fin dalla prima misura a 4.15 mi sono sentita subito bene, quando ho fatto 4.35 ho capito che se avessi saltato come a questa quota, il 4.45 si poteva fare. È stato anche un bel salto abbondante, che mi ha dato tanta fiducia. Il primo tentativo di 4.53, seppur fallito, è stato un tentativo buono. Sicuramente allenarmi con Elisa mi aiuta, è uno stimolo grande e credo lo sia anche per lei».

Saltando il 4.53 avrebbe avuto in tasca il pass diretto per gli Europei, visto che il minimo è fissato a 4.50.

«Il minimo è a cinque centimetri, sicuramente ci riproverò. Sarebbe bello tornare in maglia azzurra, dopo averla indossata come junior».

Lei si è esalta nelle gare in piazza. A giugno infatti aveva vinto un meeting tedesco. Che differenza c’è tra il gareggiare in piazza e in pista?

«Le emozioni sono amplificate, il pubblico è presente e ci può vedere da vicino, è partecipe e aiuta ad esaltarci. In pista magari a volte siamo un po’ distanti dal pubblico anche visivamente, ma è ovviamente bello anche lì».

Lei è di fatto la prima atleta dell’asta “civile”: dal 2016 gareggia per Atletica Silca Conegliano.

«Sono effettivamente una delle più fortunate in Italia, nel senso che pur non facendo parte di un gruppo militare sportivo ho alle spalle una società che mi sostiene. Da anni sento il sostegno, anche economico, e l’affetto del team».

Gli obiettivi del 2024?

«Punto a saltare 4.50 e a conquistare la convocazione agli Europei in giugno a Roma e poi sogno le Olimpiadi, magari con il ranking. Spero di poter saltare ancora 5-6 anni e diventare la migliore atleta possibile».

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