Tiago Daga è sicuro: «Credo nella Fenice possiamo crescere»
L’acquisto brasiliano sull’inizio di stagione traballante e insidioso «Obiettivo salvezza, nel girone di ritorno ci risolleveremo»
Alessandro Torre
Mestre
Una parte di campionato al di sotto delle aspettative, ma una pausa festiva e una seconda parte che ci si augura migliore per conquistare un’ambita salvezza. La Fenice è pronta ad affrontare il giro di boa con la certezza che, pur avendo cambiato tanto, gli sforzi fatti in estate dovranno prima o poi dare i loro frutti. Sforzi identificabili soprattutto con l’arrivo di tre pedine importanti per alzare il livello tecnico e di esperienza della squadra che, con la partenza e l’addio di molti giocatori simbolo del quintetto di Pagana, era inevitabilmente sceso. La batteria di brasiliani come il laterale Marcio Belleboni, classe 1989, Etchyvery Dalla Valle, classe 1995 e l’esperto universale Tiago Daga, classe 1983, hanno per ora pagato lo scotto di doversi inserire in un meccanismo oliato da anni di gestione “familiare”, cioè giocatori cresciuti e formati nella sola cantera della società veneziana.
Ma Daga può vantare una certa familiarità con Pagana di cui è stato giocatore negli anni di Venezia e in quelli vincenti di Cesena. E ormai tanti anni in Italia tra esperienze in Serie B, A/2 e A con Cesena, Belluno, Putignano, Assemini, Acireale, Palestrina, Venezia, Foligno, Prato, Pistoia e un ricco palmares con tre promozioni, quella in A con il Cesena del 2005-2006, anno della conquista della Coppa Italia di A/2, quella in A/2 con Prato nel 2014-2015 e sempre in A/2 con Pistoia nel 2016-2017. Ecco come il brasiliano si presenta ai suoi tifosi. «Vengo da un paesino chiamato Faxinal dos Guedes, dello stato di Santa Catarina, regione sud del Brasile. Ho iniziato a giocare a futsal molto piccolo ma poi sono passato al calcio a 11, dove sono stato fino ai miei 20 anni. Dopodiché è iniziata la mia avventura italiana con il calcio a 5, tra serie A, A2 e B. Sono sempre stato un giocatore dinamico, di molta corsa e cerco di fare da questa caratteristica il mio punto di forza. Credo però molto nella forza del gruppo, nel collettivo e, quindi, la parte tattica è altrettanto importante». Cosa l’ha convinta a scegliere la Fenice? «Ho scelto la Fenice perché credo in questo progetto e nelle persone che ci sono in questa realtà. Sono fiero e onorato di far parte di questo gruppo. Spero con tutto il cuore che presto riusciremmo a lottare per obiettivi importanti. Sono sicuro che questa è una realtà che durerà per tanto tempo, il lavoro svolto alla base, con una scuola calcio organizzata è di estrema qualità ed ha già iniziato a dare frutti».
Come vede questa prima parte di campionato? «Abbiamo avuto un inizio campionato difficile, con tante lesioni e assenze (tra tutte quella del forte difensore Ognjen Kokorovic, classe 1984, che ancora non ha fatto il suo esordio in campionato, n.d.a.), ma nonostante tutto abbiamo sempre cercato di dare il massimo. Il campionato si è svelato talmente equilibrato che al minimo errore paghi caro. E abbiamo imparato la lezione. Sono sicuro che riusciremo a fare una seconda parte di stagione migliore, siamo più consapevoli dei nostri mezzi, carichi e fiduciosi».
Delle squadre che ha visto quale pensa sia più attrezzata e quali obiettivi volete raggiungere? «Vedo una lotta a 3 per la vittoria del campionato, tra Pistoia, Mestre e Sampdoria. Noi invece non ci poniamo obbiettivi, vogliamo fare bene, giocare un calcio competitivo e poi vedere dove possiamo arrivare. Credo che abbiamo un grande margine di miglioramento, toccherà a noi dimostrare che è realmente così». —
Alessandro Torre
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