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Reyer sulle spalle forti di capitan Iron Mike «Mostrata la faccia peggiore, ora basta»

Bramos rilancia la sfida a Sassari: «Restar fuori? Era frustrante. Dobbiamo ritrovare subito la chimica di squadra»

Michele Contessa
2 minuti di lettura

/ MESTRE

Il capitano è tornato e domani arriva Sassari al Taliercio. Non una squadra qualsiasi: Michael Bramos decise gara-7 della finale scudetto di due anni fa e fu tra i protagonisti delle cinque infuocate sfide dei quarti di finale degli ultimi playoff. E non solo: Iron Mike è rientrato a Brescia sabato scorso, dopo nove mesi assenza a causa della fascite plantare, infortunio “esploso” proprio al PalaSerradimigni lo scorso 27 febbraio. Bramos ci sarà domani, ancora in dubbio Daye a causa del fastidio alla schiena. «Nelle ultime due partite abbiamo mostrato la nostra faccia peggiore», ha spiegato il numero 6 della Reyer, «ci aspetta una partita difficile, c’è una lunga storia alle spalle tra le due squadre. Al di là della classifica, il Banco di Sardegna è un’ottima squadra, contro la Virtus ha disputato una grande partita. Sarà l’occasione giusta per cancellare le ultime due sconfitte».

Il suo ritorno ha scatenato l’entusiasmo tra i tifosi.

«Sono molto felice di essere ritornato a giocare senza avvertire dolori, non era così scontato. Il campo mi è mancato tantissimo, è brutto guardare le partite da fuori, però adesso sono tornato. Sto bene in campo e con i miei compagni. In questo momento ho 15-20’ nelle gambe, però aumenterò il minutaggio con il passare delle partite. Non è facile ritornare dopo tanti mesi perché devi ritrovare i riferimenti, la velocità del gioco, gli schemi».

Nove mesi molto complicati, anche se lei non ha mai perso all’esterno il sorriso e la positività.

«Stare fuori per infortunio è già complicato, ma il momento più difficile è stato quando mi sono illuso di poter riprendere la preparazione con i miei compagni dopo le vacanze. Credevo di non sentire dolore, invece saltava sempre fuori. È stato molto frustante, il mondo mi è crollato addosso. Ho visto tanti dottori, in tanti Paesi, all’inizio tutti mi consigliavano il recupero conservativo, poi non c’è stata altra soluzione dell’intervento».

Quando arrivò alla Reyer, nell’estate del 2015, era reduce da un anno di inattività per infortunio quando giocava nel Panathinaikos.

«Allora dopo l’intervento, ho solo dovuto rispettare i tempi del recupero. Questa volta sul piano mentale è stato molto più difficile, ho avuto un paio di ricadute. Prima speravo di rientrare per i playoff, poi credevo di riprendere la preparazione in agosto. Dopo l’intervento, il chirurgo non aveva garantito che sarei ritornato in campo al 100%, parlava dell’80% come ipotesi per farmi coraggio. Ho dovuto avere pazienza, stare immobile tanti giorni, ma sono molto grato al professore Maffulli che mi ha operato a fine agosto e poi al lavoro che ho svolto alla Reyer con Renzo Colombini e Leopoldo Buttinoni».

Proverà a dare una mano alla Reyer a risollevarsi.

«Dobbiamo ritrovare la chimica di squadra, distribuire di più le energie, aiutarci di più, essere più sereni». —

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