Atalanta show il Venezia crolla Un poker secco senza reagire
Non c’è stata storia a Bergamo, troppo forte la Dea, Pasalic si porta a casa il pallone, a segno anche Koopmeiners
Alessandro RagazzoBERGAMO
Che dire di un 4-0 subito in quel di Bergamo? Nulla, perché se alla vigilia di sapeva come l’Ave Maria che l’Atalanta non sarebbe stata il massimo della vita per mettere punti in classifica e ripartire dopo lo 0-2 contro l’Inter, dall’altro il Venezia ha fatto quel che ha potuto. Alla vigilia il tecnico Paolo Zanetti aveva detto chiaro che si sarebbe dovuti stare molto attenti e sfruttare le poche occasioni a disposizione. Niente di tutto questo, perché lo 2-0 maturato in meno di un quarto d’ora, mette la partita sui binari prediletti dalla Dea, che ha gestito a piacimento la gara. Quando hai Pasalic che fa tripletta, Muriel e Ilicic sono in stato di grazia, poche squadre si salvano. Se poi gli altri fanno il proprio dovere, i guai si moltiplicano. Per il Venezia arriva la seconda (prevedibile sulla carta) sconfitta consecutiva ma è meglio evitare pericolose emorragie già dal derby di domenica contro il Verona. Dove sarà assente lo squalificato Ampadu. E non è mancato l’incitamento sino all’ultimo dei tifosi, presenti pure a Bergamo.
CAMBI. Gasperini fa ruotare la rosa e propone qualcuno con meno minuti sulle gambe. All’orizzonte ci sono Napoli e Villareal, che vale la qualificazione in Champions, e le forze devono essere dosate. Pure Zanetti ripresenta delle facce nuove; rispetto all’Inter, getta nella mischia Tessmann, Henry, Kiyine e Johnsen: la difesa è confermata in blocco, l’attacco nuovo di zecca.
INIZIO CHOC. Il Venezia non pressa alto, prova a costruire al basso, un po’ quello che fanno pure i nerazzurri. Ma dopo che Busio ha scaldato le mani di Musso a neanche 20 secondi di partita, ai primi due affondi gli arancioneroverdi vanno a picco. Si era detto che l’Atalanta avrebbe puntato sui duelli e le verticalizzazioni ma in 13 minuti i bergamaschi indirizzano la gara a piacimento con una doppietta di Pasalic. E se per il Venezia è già una gara al limite del proibitivo, ora diventa un Everest da scalare. Due reti sin troppo facili per la Dea; nella prima, Ilicic c’è un buco davanti dove fa passare la palla per l’accorrente Pasalic che fulmina Romero. Non bene, in tutta onestà, perché quell’inserimento andava letto meglio e Tessmann perde una palla pazzesca. La seconda nasce da uno scambio tra Muriel e il croato che fa 2-0. Come dire, di male in peggio; uno dei reparti più affidabili come la difesa, stavolta si è dimostrato troppo molle e c’è da immaginare l’umore di Zanetti che certamente non è contento.
PROVE DI RISCATTO. Almeno il Venezia dimostra di voler risalire la china e prova a rispondere, non fosse altro perché la partita e il risultato lo impongono. Henry prova a dare la scossa, Musso è davvero bravo a mettere in corner da distanza ravvicinata ma è un segnale di risveglio, sperando che i buoi non siano già scappati. Anche perché l’Atalanta pare aver mollato un po’ la presa, facendo infuriare Gasperini. Infatti, sino a fine primo tempo Romero non corre chissà quali rischi, ma il Venezia non è riuscito a fare quel gol per rimettere tutto in discussione. La Dea è in controllo.
CONTI CHIUSI. Siccome così non si può andare avanti, Zanetti prova a dare una scossa, con Mazzocchi rimasto nello spogliatoio per far spazio a Crnigoj e Ampadu si abbassa. Quando Muriel e Ilicic decidono di non scherzare, son dolori per il Venezia e solo un super Romero evita (per il momento) la tripletta a Pasalic. L’Atalanta gioca a memoria, i nerazzurri si trovano a occhi chiusi e arriva il diagonale preciso di Koopmeiners che Romero vede andare in fondo al sacco. Da notare come gli uomini di Gasperini abbiano fatto girare la palla senza che quelli di Zanetti siano riusciti mai a intervenire. A questo punto va in scena l’Atalanta-show: Muriel prende il palo dopo uno scambio con Pasalic, che subito riesce a portarsi a casa il pallone per la tripletta. Zanetti fa qualche cambio, lo imita Gasperini che ripropone dei giovani. Il resto è accademia. —
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