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Gianolla e i bimbi terribili che stupirono il Forum «Reyer, impara da noi: a Milano si può vincere»

Basket Serie A. Oltre 30 anni fa Venezia passò a Milano senza Dalipagic

Michele Contessa
2 minuti di lettura

l’amarcord

Vincere al Forum, si può. Anche se di fronte c’è una corazzata, Milano, in versione Eurolega, e dall’altra una squadra, la Reyer, che ha aperto la settimana interrogandosi sui motivi, tecnici e psicologici, che hanno spalancato un baratro nel terzo quarto contro la Virtus Bologna. Vincere al Forum, si può, e alla Reyer il blitz è riuscito da quando è risalita nell’Olimpo del basket italiano dieci anni fa. Ci riuscì la squadra di Kee Kee Clark nel 2012 (105-100), quella di De Raffaele nel 2017 (84-80), quando si infortunò gravemente Orelik, e l’anno dopo (87-86) con il tap-in rapace di Michael Bramos.

Uno squarcio di luce, dopo tante sconfitte a Milano. Accesa da un gruppo di “ragazzini terribili”, nella stagione 1987-1988, pilotati in panchina da Petar Skansi e sul parquet dal tandem Dalipagic-Radovanovic. Era l’Hitachi dalle maglie versione Nba, pronosticata in estate come sicura retrocessa al termine della stagione, “orfana” di Tonino Zorzi, che aveva deciso di chiudere il terzo e ultimo ciclo in laguna scendendo a Reggio Calabria. Perso Moris Masetti, patito l’infortunio di Sandro Brusamarello, la Reyer iniziò con tre sconfitte, lottando ma perdendo a Cantù (89-94, con Caserta (111-119) all’Arsenale, e a Desio (70-73). Pronostico scontato la trasferta a Milano (al PalaSharp, ex PalaTrussardi a Lampugnano) contro la Tracer, di D’Antoni (assente in quella partita), McAdoo, Brown, Premier, Meneghin. Era l’11 ottobre 1987, il giorno di una storica impresa di quel gruppo di ragazzi senza Dalipagic, molti cresciuti insieme nel settore giovanile della Reyer: Barbiero (22 anni), Gianolla (22), Gollessi (19), Nicoletti (19), Valentinuzzi (21), Marzinotto (21), l’ex Olimpia De Piccoli (23), l’ex Virtus Bologna Righi (21). Oltre a Radovanovic e Bortolini (25).

Scontato per tutti, non per Andrea Gianolla e i suoi compagni. «Quando si infortunò Praja», ricorda “Rambo”, «ci guardammo in faccia, senza parlare. Dalipagic aveva un grado di sopportazione del dolore e della fatica pazzeschi, avrebbe giocato su una gamba sola se avesse potuto andare in campo». Senza il suo leader carismatico, ma anche senza la macchina da canestri. «Radovanovic ci diede coraggio, Skansi ci disse che non avevamo nulla da perdere. Ci conoscevamo tutti, cresciuti nelle giovanili, sapevamo pregi e difetti, giocammo una partita perfetta in difesa, con grande aggressività, buttandoci su tutti i palloni. Milano fu forse sorpresa, magari pensava di trovarsi di fronte una squadra rassegnata. Rascio fu devastante, Righi disputò la partita della vita, Tullio si esaltò, ma tutti demmo un apporto fondamentale». Finì 81-80 per la Reyer (Radovanovic 27 punti e 17 rimbalzi, Righi 16, De Piccoli 11, Gianolla e Nicoletti 9, Bortolini 5, Barbiero 4), un risultato inatteso alla vigilia. «Quella vittoria ci diede una forza pazzesca, lottammo addirittura per un posto nei playoff, che mancammo solo per la classifica avulsa peggiore. Chiudemmo all’ottavo posto con 28 punti, ma ai playoff andò l’Allibert Livorno, noi, Torino e Roma rimanemmo fuori. Ci togliemmo lo sfizio di battere Milano anche al ritorno all’Arsenale».

Finì 113-106, con Dalipagic (43 punti). «Se vincemmo noi a Milano, perché non può farlo domenica la squadra di De Raffaele? Nello sport niente è scontato, l’Olimpia ha una squadra fortissima, ma la Reyer non è quella vista contro la Virtus nella seconda parte. E ci sarà tanta voglia di riscattarsi». —

Michele Contessa

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