Una coppia di punte da sogno

Quando guardi la formazione del Venezia e vedi lì al centro dell’attacco un tale T. Henry, maglia numero 14, che si tratti di un déjà vu del vecchio campione di nome Thierry – che quel numero lo ha indossato al Barcellona, all’Arsenal e nella nazionale francese – passa per la testa di qualche tifoso, ma si tratta di un attimo, perché poi Thomas Henry, del Venezia, segna un gol di quelli che faceva Pippo Maniero a cavallo dei due secoli, l’ultimo arancioneroverde ad avere segnato in Serie A, diciannove anni fa.
E come il vecchio Pippo, l’Henry di adesso è uno che sgomita, che sa trovare la porta ma che riesce anche a fare salire la squadra. Fra il primo e il secondo tempo gli hanno chiesto se sapesse chi fosse Pippo Maniero, ha detto di no, ma non sarebbe male fargli vedere qualche video su YouTube. Thomas Henry, arrivato dal Leuven, gol dell’uno a zero. Il raddoppio – un contropiede solitario da cineteca – lo ha firmato David Okereke, arrivato dal Bruges. Et voilà la Belgique, dunque. Riuscisse prima o poi a fare lo stesso anche Dennis Johnsen, norvegese veloce e resistente come il vento e impreciso come, come non saprei, il Venezia avrebbe un tridente da salvezza più che possibile.
Dopo due sole partite incominciava a circolare – un sussurro, nulla più – questa idea che il mercato del Venezia fosse stato troppo incentrato su giocatori stranieri. Difficile assemblarli in fretta, diceva l’allenatore da bar, il lunedì mattina, impossibile trovare subito l’intesa parlando lingue diverse, aggiungeva il ct dello spritz. Invece, due dei nuovi acquisti arrivati dal campionato belga hanno risolto la partita. E adesso, scrivendo a caldo, nell’entusiasmo della prima vittoria, il rischio retorica è dietro l’angolo, verrebbe da parlare di battaglia, con giocatori ammaccati e sfiancati, che hanno dato tutto, e ti viene da pensare anche che Waterloo, guarda un po’, si trova in Belgio, ma è meglio fermarsi qui.
Intanto questa volta non è necessario riaprire l’album dei ricordi per mancanza di materiale narrativo, anche se le partite con l’Empoli in Serie A sono sempre state davvero delle battaglie, altro che retorica. Henry e Okereke, ma poi anche un immenso Caldara, ieri a Empoli, e tutti gli altri tredici che si sono avvicendati in campo, guidati da un allenatore che tanti in Serie A avrebbero voluto portarci via. Un po’ di sano entusiasmo, insomma, e siamo appena alla terza giornata. Non sarebbe male abituarcisi in fretta. —
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