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«Arduo rovesciare la serie, ma se le difese vincessero, Venezia potrebbe farcela»

Basket: la semifinale playoff. Domani (ore 21) al Taliercio è prevista gara-3 fra Reyer e Milano. Intervista a Marquez Haynes, il doppio ex

Michele Contessa
2 minuti di lettura

IL DOPPIO EX

Reyer e Milano si sono intascate gli ultimi quattro scudetti, prima della pandemia. Il quintetto orogranata non aveva mai incrociato l’Olimpia in semifinale negli anni dei successi tricolori, bensì Avellino nel 2017 e Cremona nel 2019, per duellare in finale prima con Trento e poi con Sassari. MarQuez Haynes è un doppio ex: qualche mese a Milano nella stagione 2013-2014, arrivando da Siena, tre campionati nella Reyer, tra il 2016 e il 2019, vincendo due scudetti e la Fiba Europe Cup con 194 presenze in orogranata, società che ha deciso di lasciare dopo il trionfo contro Sassari per far ritorno negli Stati Uniti. Il trentaquattrenne play-guardia del Texas, con passaporto della Georgia, ha poi disputato una manciata di partite a Parigi, prima dello scoppio della pandemia.

«Rovesciare la serie sarà difficile», ha ammesso l’ex capitano orogranata, «l’Olimpia è una squadra straordinaria e, secondo me, ancora più affamata dopo la Final Four di Eurolega. La Reyer deve rendere la partita un “ugly game”, deve diventare una gara dominata dalle difese, una battaglia a basso punteggio e con pochi possessi».

La chiave sembra semplice. «Milano ha grande talento e tutti i giocatori lo mettono a disposizione della squadra. Per questo motivo, la Reyer deve concedere meno opportunità alla squadra di Messina, abbassando il numero dei possessi e il ritmo, mettendo in campo tanta fisicità, senza aver paura di spendere falli. Bisogna cercare di togliere un po’ di fiducia a Milano, vincendo la lotta a rimbalzo e perdendo meno palloni di loro».

Il match di domani sera non ammette repliche per il quintetto di De Raffaele. «Se la Reyer vincesse gara- 3, la serie diventerebbe interessante». In questi mesi Haynes è trova a casa sua, a Irving, impegnato in un progetto imprenditoriale, ma continua a seguire le gesta della Reyer e di tanti suoi vecchi compagni.

«Venezia sta disputando la sesta semifinale consecutiva, credo sia una striscia straordinaria. L’eredità di questo progetto e la cultura vincente sono iniziate ancor prima del mio arrivo, quando la società ha inserito giocatori come Tomas Ress e Michael Bramos, che hanno gettato le fondamenta delle vittorie. Quando sono arrivato in orogranata, nella stagione 2016- 2017 abbiamo concretizzato il lavoro insieme al club e allo staff tecnico. In quella squadra c’erano McGee, Ejim, Hagins, Ortner, giocatori di spessore tecnico e morale che hanno contribuito alla creazione di una mentalità vincente. Adesso alla Reyer c’è un gruppo meraviglioso, è fantastico vedere che questi giocatori stanno portando avanti quello che abbiamo cominciato. Spero con tutto il cuore che la Reyer possa continuare a crescere. Sono sicuro che non c’è appagamento, ma ancora fame e voglia di consolidarsi a un livello sempre migliore». Situazione complicata per la Reyer, ma Haynes ha la “ricetta” pronta. «Il fatto che ci sia ancora De Raffaele a gestire la squadra mi fa sentire molto tranquillo. Abbiamo attraversato insieme tanti momenti duri, ma lui è sempre riuscito a trovare una chiave perché c’è sempre una soluzione. Il coach ha svolto un grande lavoro nel continuare a cercare soluzioni e cavalcare le opzioni giuste. Io avrò sempre fiducia in Walter, troverà sempre la soluzione finale».

CASARIN. Federico Casarin, numero uno della Reyer Venezia, in qualità di vicepresidente della Federazione, ha fatto parte della delegazione della Fip, guidata dal presidente Gianni Petrucci, insieme al presidente del Coni Giovanni Malagò, ricevuta in udienza privata da Papa Francesco. Nella delegazione erano presenti anche il segretario generale del Coni Carlo Mornati, il segretario generale della Fip Maurizio Bertea, i componenti del Consiglio Federale, i presidenti dei comitati regionali e i presidenti delle Leghe. —

Michele Contessa

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