Calvi Noale, Robeganese e Spinea ripartono per far crescere i giovani
Calcio. Oggi la Lega dilettanti ratificherà il format dell’Eccellenza
GIOVANNI MONFORTE
LA SVOLTA
Ripartenza dell’Eccellenza, la palla passa alla Lega Nazionale Dilettanti. Oggi a Roma si riunirà il Consiglio direttivo della Lnd, che ratificherà il format dei campionati sulla base delle proposte dei Comitati regionali. Le indicazioni approderanno sul tavolo del presidente della Figc Gabriele Gravina, che firmerà il provvedimento definitivo di ripresa, compresi gli allenamenti collettivi. Il presidente della Figc veneta, Giuseppe Ruzza, arriverà con la proposta di due gironi da 8 squadre. Sulle 16 società dell’Eccellenza veneta che hanno detto sì alla ripresa, ben 6 sono veneziane. Ma se per alcune come Sandonà e Portogruaro il sì era scontato, altrettanta compattezza non sembrava esserci tra le squadre del Miranese. Ma poi i contatti tra i presidenti e la Figc hanno sciolto le riserve.
«Noi già alla prima riunione di un mese fa avevamo dato parere favorevole», spiega il patròn della Calvi Noale, Marco Del Bianco, «prima della videoconferenza di lunedì ci siamo sentiti al telefono tra presidenti e a tutti avevo ribadito la nostra intenzione. Oltre alla gran voglia di ripartire, mi piace l’idea di provare questo protocollo che poi dovremo attuare il prossimo anno. Testarlo in questi tre mesi potrebbe essere un modo per avvantaggiarsi».
«Il presidente Ruzza ha voluto condividere tutto con noi, mettendo sul tavolo le possibili situazioni», aggiunge Roberto Piccoli, presidente della Robeganese, «ci è parso responsabile dire di sì a una nuova ripartenza, anche per programmare il lavoro futuro. A restare fermi per troppo tempo, il rischio era di perdere giocatori e collaboratori perché alla lunga l’entusiasmo scema. La sicurezza che non vi saranno retrocessioni, sarà per noi motivo di far giocare tanti ragazzi che potremo valutare in un’ottica di programmazione».
Ma per lo Spinea i dubbi non sono fugati. «Eravamo dubbiosi e lo ho ribadito in videoconferenza. All’ultimo secondo», dice il presidente Mario Scopece, «ho deciso di dire sì, perché mi sono accorto che la scelta per i miei amici presidenti veneziani era per il sì. Questo per noi avrebbe voluto dire perdere quasi tutta la squadra, tra prestiti di giocatori che non sono nostri e chi ha voglia di giocare. Ci saremmo trovati a settembre con il rischio di dover rifare la squadra. A questo punto ho chiesto», chiude Scopece, «ai miei ragazzi di scendere in campo per giocarci la D». —
GIOVANNI MONFORTE
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