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Gli allenatori: «La ripartenza? Scelta per aiutare la Serie D»

Vianello (Calvi Noale): «Si ricominci ad agosto e poi si arrivi fino alla fine» I tecnici preoccupati dai contagi in aumento e dalla mancata preparazione

Alessandro Torre
2 minuti di lettura

Alessandro Torre / mestre

Il momento tanto atteso sembra arrivato. A darne l’annuncio è stato proprio il presidente della Figc, Gabriele Gravina, che ha dato il via libera ai campionati di Eccellenza. Adesso la palla passa alla Lnd che, nel consiglio di mercoledì, potrà dare vita al format per la ripartenza, a cui parteciperanno le società che vi aderiranno. Ma quali sono le impressioni dei diretti interessati? Ecco cosa ne pensano gli allenatori della Calvi Noale, del Real Martellago, della Robeganese e dello Spinea.
Calvi Noale.
«Gravina ha mollato la bomba, adesso sbrigatevela voi comitati regionali». L’allenatore Matteo Vianello si dice quanto meno scettico sulla possibilità di ripartire. «Io non ci credo. È solo un’altra mossa, un’altra strategia per farci andare avanti, con la mente più serena, ma che non tiene conto del momento storico che stiamo vivendo, proprio quando i contagi stanno salendo. Loro vogliono tenere accesa la fiammella, ma questa si è spenta da tempo. Io vorrei che si potesse ripartire veramente, ma da agosto e in maniera definitiva, senza altri stop. Abbiamo provato quest’anno e abbiamo visto che non è andata bene. Allora occorre studiare qualcosa che ci permetta di proseguire, di tornare alla nostra vita normale».
Real Martellago
. «Se si dovesse ripartire, non saremmo preparati» esordisce Alessandro Tamai, allenatore che è subentrato proprio prima dello stop per il Covid e che non ha ancora avuto modo di conoscere i suoi nuovi giocatori. «Qualche sabato ci siamo trovati al campo per degli allenamenti individuali e ogni martedì ho chiesto ai ragazzi di collegarsi con Zoom, per delle sedute atletiche che mi permettessero di conoscerli e cominciare a lavorare con loro. Ma questo non potrà mai essere paragonabile a dei veri allenamenti. Ciò detto, posso solo confermare quanto sostenuto dal nostro presidente. Ci atterremo a quanto ci diranno di fare. A tutti noi manca il campo e non credo che ci sia nessuno contrario a ripartire, sempre che si possa fare, perché ci sono la passione e la voglia di farlo. Ma dobbiamo capire le modalità di ripartenza e solo dopo si deciderà cosa fare».
Robeganese Salzano
. «Si riparte per fare in modo che la Serie D non diventi una farsa». È il turno di Francesco Cominotto. «Se non ci dovessero essere retrocessioni, in quella categoria, chiaramente tutto perderebbe senso. Ecco perché hanno riconsiderato l’Eccellenza, con questa opzione delle non retrocessioni, che potrebbe in qualche modo viziare il nostro stesso campionato. Ma è anche vero che sarebbe la soluzione più giusta. La nostra società ha scelto, rispettando le regole, di non allenarsi, e ripartire sarebbe difficile. Così come sarebbe complicato lottare per la salvezza. Adesso accettiamo questo nuovo inizio, non fosse altro per prepararci per quella che sarà la prossima stagione. Poi vedremo quante e quali società vorranno aderire. Personalmente, la cosa mi crea disappunto, perché vuol dire ricominciare da capo, ma non vedo obiettivamente delle alternative». E sulla possibilità di ricominciare per preparare la stagione 2021/2022 gli fa eco il capitano Andrea Bandiera, che però mette in chiaro che sarebbe auspicabile, «ricominciare, sì, ma basta che si trovi il modo di non interrompersi come è già successo. Se si riparte, questa volta cerchiamo di arrivare sino alla fine».
Spinea. «Siamo tutti molto scettici e credo sia normale. Non si capisce dove si voglia andare a parare» le parole di Pierpaolo D’Este, mister dello Spinea. «È un interesse della Federazione, che deve trovare le squadre da portare su per completare gli organici della Serie D, o si sta facendo l’interesse delle società? Perché ripartire avrebbe un costo per tutti. Aspettiamo mercoledì per capire cosa potrà accadere. Onestamente, da gente che vive di campo, fa piacere che si vada verso una riapertura, però occorre anche vedere i protocolli. L’Eccellenza non è come la Serie D, qui c’è gente che lavora. Se ci saranno dei positivi, come saranno gestiti? La scelta era nell’aria e la aspettavamo. Ma il fatto che i contagi stiano risalendo credo che abbia preso in contropiede anche la Federazione. Forzare la ripartenza mi fa pensare proprio a quello che dicevo prima. A chi interessa? Come società, rimaniamo alla finestra per capire quale sarà il format, se sarà abbastanza interessante e se offrirà stimoli per invogliare le società a parteciparvi. Anche questo potrebbe essere un problema: quante società aderiranno alla nuova ripartenza?». —

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