Ruzza verso il terzo mandato «La sfida della ripartenza»
Il presidente della Figc veneta: «Restituire entusiasmo a tutto il movimento»
Giovanni Monforte
/ mestre
«Il compito principale di chi sarà eletto a governare per il prossimo quadriennio il Comitato regionale Veneto sarà riuscire a riportare nelle società entusiasmo e voglia di ricominciare dopo la pandemia. Insieme, con interventi mirati e concordati».
Giuseppe Ruzza, 71 anni, mestrino, è il presidente uscente della Figc Veneto. All’assemblea per il rinnovo del comitato regionale, il 9 gennaio a Padova, correrà per il terzo mandato, affiancato da una squadra che tra i candidati presenta quattro donne, «perché il calcio è anche rosa».
Presidente, con che obiettivo si ripresenta?
«Non voglio fare voli pindarici e promesse. Credo che non ci si candidi a presidente del Comitato Veneto (il secondo in Italia per numeri) per un desiderio personale, ma per lavorare. Per farlo bisogna avere competenze, disponibilità e autorevolezza. Per chiunque sarà chiamato a gestire il nostro comitato, il compito principale sarà ritornare a creare quell’entusiasmo che in questo momento sta venendo meno. Vedere gli impianti chiusi per mesi e non sapere quando saranno riaperti ha portato a un senso impotenza, apatia e disaffezione. L’entusiasmo lo si ricrea con la ripartenza, riunendo in un campo sportivo dirigenti, allenatori e giocatori».
Il Comitato ha messo in atto una serie di sostegni economici per le società. Ne serviranno altri?
«Crediamo di aver dimostrato in questi mesi duri la capacità di intervenire, anche in corsa, affrontando difficoltà e agendo sempre nell’interesse del movimento. Gli aiuti ci devono assolutamente essere. In un periodo simile non possiamo pensare di accantonare nei nostri bilanci soldi che sono delle società. Tutte le risorse disponibili vanno liberate a loro favore. A minori introiti per le società, devono corrispondere meno spese».
Si è parlato di febbraio per la ripartenza. Ma la decisione finale spetterà al nuovo Consiglio direttivo eletto il 9 gennaio. Quando crede che potrà esserci la ripresa dei campionati?
«Sappiamo che non dipende da noi. Penso che, se all’inizio qualcuno abbia contestato la chiusura, adesso siamo tutti d’accordo che sono provvedimenti necessari alla salute. Le nostre società si sono impegnate allo spasimo per rispettare le linee guida e hanno investito denari per le sanificazioni. Le società sono pronte a intraprendere un percorso sportivo».
Nella vostra lista, chiamata “L’impegno continua”, avete aperto alle quote rosa.
«La nostra squadra è al completo in ogni suo ruolo. Con qualche modifica rispetto alla precedente. Non molte, ma importanti. Mi riferisco all’inserimento della quota rosa. Non obbligatoria, ma doverosa visto l’impegno sempre maggiore della rappresentanza femminile nel nostro mondo. Stiamo facendo i corsi on line per gli addetti alla segreteria e il 50% dei partecipanti è donna. Il calcio oggi è anche rosa. Per il resto, confidiamo di essere riusciti a formare una squadra completa e omogenea. Sicuramente non ci manca l’esperienza».
Risultati importanti ottenuti nell’ultimo mandato?
«Abbiamo raggiunto l’accordo per la realizzazione del centro federale regionale a Noventa Padovana. Il Veneto non poteva non avere un centro federale. Abbiamo vinto dei titoli al Torneo delle Regioni, soprattutto di calcio a 5, ma anche a 11. Voglio ricordare i vari corsi. Penso a quello per addetti alla segreteria, che ha ricevuto più di 300 adesioni. La formazione è uno dei pilastri».
Le società sono in subbuglio per la riforma dello sport varata dal ministro Spadafora. Criticano l’abolizione del vincolo sportivo per i dilettanti e l’omologazione dei volontari sportivi ai lavoratori iscritti alla gestione separata Inps. Cosa ne pensa?
«Saremo pronti alle barricate. Sarebbe la fine delle nostre società. Se venisse abolito il vincolo, nessuno più curerebbe il settore giovanile e perderemmo delle squadre». —
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