Un nuovo protocollo per gestire il Covid «Test rapidi ai team e servono ristori»
I club di Eccellenza: «Abbattere i costi delle assicurazioni» L’avvocato Daminato: «Tamponi? Roba da professionisti»
Alessandro Torre
/ Venezia
A gennaio si riparte. O forse no. La Figc veneta ha fissato delle date per un nuovo inizio, ma in previsione di questa 27 società venete (tra cui Bassano, Cassola, Virtus Romano, Schio) si sono mosse in anticipo per proporre insieme ipotesi di ripartenza in un documento.
IL DOCUMENTO
Tra le proposte avanzate, figlie degli sforzi importanti che tutte le società hanno affrontato nella passata estate, c’è anche il riconoscimento di aver «agito con senso di responsabilità e passione che però da sole non possono coprire tutti i disagi che adesso sono stati messi sulle spalle delle società». Quindi perché «possa continuare il sogno dello sport di base» le società sottoscrittrici del documento chiedono: la quarantena solo per il soggetto positivo al Covid, come norma di buon senso, che prevederebbe anche la possibilità in questo caso di ampliare il panel delle prestazioni offerte dalla attuale polizza assicurativa. Inoltre lo screening per i componenti del gruppo squadra con test rapido. Infine la restituzione da parte della Federazione di quanto non beneficiato per i mesi non fruiti di attività calcistica.
I PRESIDENTI
Temi scottanti che alcuni presidenti delle squadre di Eccellenza veneziana hanno commentato così. «Sono consapevole che questa situazione sia più grande di tutti noi, quindi, inutile arrabbiarsi, ci sono problemi più importanti del calcio». Commenta il presidente Marco Del Bianco della Calvi Noale. «Sono d’accordo che si pensi a ridurre i costi dei tesseramenti, o delle assicurazioni», prosegue Riccardo Stevanato, direttore generale della Robeganese. Per Mario Scopece, presidente dello Spinea, «questa è una bella iniziativa, soprattutto se saremo in grado di stare uniti tra le società, ma vedo dura ampliare il panel assicurativo, e trovare una compagnia assicurativa che si accolli il rischio di pagare i tamponi, perché non è più un rischio, diventa una certezza giornaliera. Io ero stato tra i pochi a non essere d’accordo sui gironi a 18 squadre, ma per quelli a dodici. Avrei fatto un anno di transizione, nell’aria si capiva che saremmo arrivati così». Chiude il presidente del Real Martellago, Claudio Franzoi. «La salute prima di tutto. Ma ridurre i costi aiuterebbe visto che le altre entrate, biglietti, bar non ci sono e le spese sono tutte a carico dei presidenti».
L’AVVOCATO
Ma l’avvocato Gianmaria Daminato consulente del Comitato Regionale Veneto della Figc e avvocato del Venezia Calcio, fuga ogni dubbio. «Ho sentito anche altre proposte delle società dilettantistiche per riprendere i campionati. Ma le condotte che vengono richiamate si rifanno a quelle che sono applicate ai professionisti. Ma in questo caso manca la base normativa, cioè la circolare del Ministero della Salute del 18 giugno 2020. In questa si chiarisce che alle società professionistiche è richiesto di sostenere, in virtù del fondamento giuridico che le impone, delle spese enormi per l’isolamento fiduciario dei positivi e la creazione della bolla per il gruppo squadra. Il professionista gioca perché è controllato ogni tre giorni e se è positivo la squadra va in bolla. Ma il problema fondamentale adesso è questo. In emergenza sanitaria dovremmo essere in grado di cambiare la scaletta della stagione. Fermi tutti, e quando si potrà giocare, si tornerà in campo». —
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