Reyer, De Respinis ricorda l’ultima partita all’Arsenale
Trent’anni fa, il 27 maggio 1990, i tifosi salutano il palasport di Castello «Dopo le deroghe, il trasferimento a Mestre era un passaggio inevitabile»
Michele Contessa
Michele Contessa / MESTRE
«Non avevamo alternative, la Lega non ci avrebbe concesso di giocare un’altra stagione in deroga».
Trent’anni fa, il 27 maggio 1990, la Reyer Venezia disputava l’ultima partita ufficiale in campionato in Serie A sul parquet dell’Arsenale, il palasport di Castello inaugurato tredici anni prima in A/1, a fine ottobre 1977,con la sfida contro la Cinzano Milano.
«Quel giorno», ha ricordato Franco De Respinis, all’epoca general manager dell’Hitachi, «sapevamo tutti che sarebbe stata l’ultima partita, il trasferimento a Mestre era diventato necessario. Avevamo giocato per tanti anni in deroga. Quel palasport bellissimo al suo interno, suggestivo nel vederlo incastrato tra le case, teatro di tante sfide emozionanti, aveva fin dal suo completamento carenze insuperabili a livello di uscite di sicurezza, alcune davano addirittura sul canale. Riuscimmo a rinviare questa decisone per alcuni anni, prima di ogni partita mi recavo dal sindaco per avere il documento con la sua firma e la mia per giocare. Avevamo inaugurato l’Arsenale con una grande vittoria contro l’Olimpia Milano, non chiudemmo con una grande prestazione contro Arese, ma la squadra era arrivata scarica ai playout».
Era l’ultima partita dei playout, il quintetto di Marco Calamai, chiusa all'ottavo posto la regular season in A/2, venne travolto (106-114) dalla Teorematour Arese. Era l’Hitachi d Jeff Lamp e Ratko Radovanovic, di Mastroianni, Pressacco, Teso e Valente, ma anche dei giovani Binotto, Guerra, Bubacco e Marascalchi, oltre a Marzinotto, scomparso qualche anno fa.
«Per noi non fu semplice lasciare Venezia, l’Arsenale e la sede a ridosso di piazza San Marco», ha aggiunto Franco De Respinis, «era comprensibile la contrarietà dei tifosi, ma fu un passaggo inevitabile».
Un trasferimento al Taliercio che non portò bene alla Reyer che giocò la stagione 1990-1991 senza sponsor, perse all'esordio a Mestre contro la Ticino Siena di Lombardi, si arrivò alla separazione con Marco Calamai dopo cinque partite, il subentro dell’americano Andy Russo non fu ottimale e il 3 aprile 1991 Venezia perse con Brescia in casa scivolando in Serie B, retrocessione che fu poi azzerata dalla fusione tra le due squadre di Livorno. In tredici stagioni, la Reyer ha disputato all’Arsenale 7 campionati in A/1 e 6 in A/2 con due promozioni (1981 e 1986) e 3 retrocessioni (1979, 1983 e 1989), 8 partite in Coppa Korac, 4 sfide playoff scudetto (contro Forlì, Varese, Cantù e Firenze), uno spareggio salvezza (Caserta), 7 gare nella poole salvezza e 10 match di playout.
La Reyer avrebbe rivisto il parquet dell'Arsenale nel 1999 per qualche stagione dopo il ritorno in Serie in B/2, prima di far ritorno al Taliercio dove avrebbe conquistato la promozione in B d'Eccellenza nel 2006. E all'Arsenale, la Reyer di Brugnaro e Casarin ci è ritornata solo per qualche amichevole, come contro l'Aris Salonicco nel 2008 o lo Slovan Lubiana nel 2012.
UMANA
Altri saluti in casa Umana, dopo quello di De Pretto: Gaia Gorini e Chiara Pastore non faranno parte del roster orogranata della prossima stagione. Gorini, 28 anni, è rimasta all’Umana per un biennio, arrivò da Ragusa, collezionando complessivamente 77 presenze con l’Umana tra campionato, coppe nazionali e coppe europee, in questa stagione ha realizzato 125 punti con 66 rimbalzi e 84 assist. Pastore, 34 anni, saluta dopo solo una stagione in orogranata con 16 presenze in campionato, 1 in Supercoppa Italiana e 10 in Eurolega con 28 punti realizzati, 18 rimbalzi e 14 assist. —
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