Riecco Dorina Vaccaroni Pedalata trionfale nel parco nazionale dell’Abruzzo
S. B.MESTRE. Una frattura alla tibia le ha precluso quest’anno la partecipazione alla mitica Race Across America, ma Dorina Vaccaroni nel frattempo si è ripresa, è tornata in Italia e ha subito vinto la prima prova ultracycling cui si è iscritta. Lo ha fatto pochi giorni fa a Capistrello. Una gara di 400 km no stop corsa in gran parte dentro il Parco nazionale dell’Abruzzo, conclusa in meno di 18 ore. In questo modo ha subito dimostrato che l’infortunio è già stato messo alle spalle, ha recuperato appieno ed è pronta per le prossime sfide dell’estate europea. Da ottobre a giugno Dorina Vaccaroni vive infatti a San Francisco, negli Stati Uniti, poi torna in Italia e fa base sull’Altopiano di Asiago. «Sono stata sfortunata nel marzo scorso» racconta l’ex olimpionica del fioretto, «un compagno di pedalate mi ha investita per sbaglio, e cadendo mi sono rotta il piatto tibiale di una gamba. Ero già iscritta alla Raam, finalmente, ma i medici non se la sono sentita di farmi gareggiare in una prova senza sosta di oltre 5 mila chilometri. Abbiamo superato anche questa delusione, perché mi hanno già iscritta all’edizione del giugno 2020» . Vinta la gara di rientro in Abruzzo, ora Dorina Vaccaroni sta proseguendo la preparazione ad Asiago, e le prossime sfide saranno tutte di altissimo livello. «Mi aspetta infatti la Tre Confini, gara durissima valida anche per il campionato italiano, già fatta in passato, e sfida che lascia il segno: 11 salite per 608 chilometri con 14 mila metri dislivello. Verranno anche i tecnici del mio team statunitense. Conto di farla 30 ore circa tra Gemona, Slovenia, Austria e ritorno. Poi correrò di nuovo la Parigi-Brest-Parigi di 1200 chilometri a fine agosto, quindi sarò in Texas a ottobre per la Mcom (2200 km, 20 mila metri di dislivello e tante insidie tra i deserti). I Mondiali di ultracycling a Borrego Spring chiuderanno la stagione tra i deserti di California e Nevada». —
S. B.
I commenti dei lettori