Cisco, la prima doppietta di un giovane talento
A 19 anni ha trascinato il Padova alla vittoria. Ieri una pizza con i genitori per festeggiare
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PADOVA. La fuga in testa alla classifica del Padova, adesso capolista con 6 punti di vantaggio sul Renate, sconfitto ieri dal Ravenna, ha il volto sorridente e la faccia pulita di un ragazzo di 19 anni, compiuti lo scorso ottobre, che la padovanità se la sente nel sangue e che del calcio, per lui che è nato e cresciuto in una zona della città in cui la palla, solitamente, è per lo più quella ovale, ha fatto una missione. Andrea Cisco, il ragazzo che sabato sera ha steso l’Albinoleffe con una doppietta d’autore, è l’uomo-copertina della settimana.
Cisco ha cominciato a giocare a calcio a 6 anni. La sua prima squadra, per lui nato e vissuto ad Altichiero, dove risiede ancora oggi, è stata il Valsugana.
«Da piccolo ero molto gracile, fisicamente. Non sapevo se sarei potuto diventare un calciatore, nonostante fosse quello che speravo. Con gli anni sono cresciuto in altezza, ma la vera svolta è arrivata quando mi sono reso conto di avere una velocità che pochi altri in squadra potevano vantare. È lì che è cambiato tutto».
Il giovane Cisco passa all’Abano, una sola stagione, poi quattro anni alla Vigontina, prima della chiamata del Padova. Quella che, per ora, gli ha cambiato la vita: «È un’emozione forte, sono padovano e non so descrivere cosa sto provando. Sono felicissimo, questi due gol sono un sogno che si realizza».
Ma già il gol e i due assist rifilati alla Triestina, martedì scorso, avevano fatto capire che non sarebbe stata una settimana come le altre. «Un po’di fortuna mi ha aiutato, ma il gol in Coppa è stato un po’una liberazione: mi ha dato maggiore coraggio, io me lo sono preso e ho cominciato a calciare in porta senza troppe remore. Ma ho ancora molto da lavorare: devo crescere nello stacco aereo, nella fase difensiva, anche nell’ultima giocata devo migliorare molto».
Andrea non è il tipo da montarsi la testa. E c’è da dire che, se anche lo fosse stato, avrebbe trovato pane per i suoi denti: chi non avrebbe voluto festeggiare la prima doppietta in carriera con una bella festa, o un’uscita con gli amici per brindare? Lui no, anche perché ieri mattina, a poche ore dal ritorno in città, Bisoli aveva già richiamato tutti per l’allenamento alla Guizza.
Basso profilo. Cisco ha passato così, la giornata all’indomani della sua serata magica: la seduta di lavoro con i compagni, il riposo nel pomeriggio, e alla sera una bella pizza con la famiglia, tutti insieme. (f. c.)
Cisco ha cominciato a giocare a calcio a 6 anni. La sua prima squadra, per lui nato e vissuto ad Altichiero, dove risiede ancora oggi, è stata il Valsugana.
«Da piccolo ero molto gracile, fisicamente. Non sapevo se sarei potuto diventare un calciatore, nonostante fosse quello che speravo. Con gli anni sono cresciuto in altezza, ma la vera svolta è arrivata quando mi sono reso conto di avere una velocità che pochi altri in squadra potevano vantare. È lì che è cambiato tutto».
Il giovane Cisco passa all’Abano, una sola stagione, poi quattro anni alla Vigontina, prima della chiamata del Padova. Quella che, per ora, gli ha cambiato la vita: «È un’emozione forte, sono padovano e non so descrivere cosa sto provando. Sono felicissimo, questi due gol sono un sogno che si realizza».
Ma già il gol e i due assist rifilati alla Triestina, martedì scorso, avevano fatto capire che non sarebbe stata una settimana come le altre. «Un po’di fortuna mi ha aiutato, ma il gol in Coppa è stato un po’una liberazione: mi ha dato maggiore coraggio, io me lo sono preso e ho cominciato a calciare in porta senza troppe remore. Ma ho ancora molto da lavorare: devo crescere nello stacco aereo, nella fase difensiva, anche nell’ultima giocata devo migliorare molto».
Andrea non è il tipo da montarsi la testa. E c’è da dire che, se anche lo fosse stato, avrebbe trovato pane per i suoi denti: chi non avrebbe voluto festeggiare la prima doppietta in carriera con una bella festa, o un’uscita con gli amici per brindare? Lui no, anche perché ieri mattina, a poche ore dal ritorno in città, Bisoli aveva già richiamato tutti per l’allenamento alla Guizza.
Basso profilo. Cisco ha passato così, la giornata all’indomani della sua serata magica: la seduta di lavoro con i compagni, il riposo nel pomeriggio, e alla sera una bella pizza con la famiglia, tutti insieme. (f. c.)
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