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«Valentino è unico ma stanno crescendo tanti giovani talenti»

Il capo del team Sky-Vr46 di Moto 3: «Fenati e Bulega, rivalità sana e nelle classi minori ci sono ragazzi in grado di dare spettacolo»

di Mauro Corno
3 minuti di lettura

di Mauro Corno

Non vedono l’ora di scatenarsi sulla pista del Mugello Valentino Rossi e i suoi fratelli minori. Uno, Luca Marini, lo è a tutti gli effetti, condividendo con il fuoriclasse la madre, Stefania Palma. Ma in Toscana ci saranno anche Romano Fenati, Nicolò Bulega, Andrea Migno, Francesco “Pecco” Bagnaia, Lorenzo Baldassarri, Franco Morbidelli, per citarne qualcuno… E Pablo Nieto, figlio del leggendario Angel (sei volte campione del mondo nella classe 50 e sette nella 125 tra il 1969 e il 1984) e amico fraterno di Rossi. Allo spagnolo sono state affidate le redini dello Sky Racing Team-Vr46, quest’anno in lizza nella rassegna iridata delle Moto3 e a partire dal 2017 anche nelle Moto2, con la due ruote affidata a Fenati.

Pablo, non possiamo non partire da Valentino.

«Sta vivendo un momento veramente positivo. Ha ancora tantissimo da dare e soprattutto si vede benissimo che si sta divertendo tantissimo, così come si stanno divertendo i milioni di fan che ha in giro per il mondo».

Si aspettava di vederlo così a 37 anni suonati?

«No, ma credo proprio che non se l’aspettasse nessuno. Forse neanche lui, però magari mi sbaglio. Sta continuando a scrivere la storia del motociclismo e il contratto biennale che ha firmato di recente con la Yamaha lo rende ancora più grande, perché se l’è conquistato a suon di belle prestazioni e di risultati. In quanto a combattività è quello di sempre e lo vedremo battagliare anche al Mugello».

Per il Mondiale c’è anche lui?

«Assolutamente sì, è a un livello tale che può giocarsela esattamente come lo scorso anno, quando è andata a finire come tutti sappiamo e ha dovuto arrendersi solamente all’ultimo Gran premio. E vorrei aggiungere un’altra cosa…».

Prego.

«Sta lottando alla pari con Jorge Lorenzo, Marc Marquez e Dani Pedrosa. I miei tre connazionali, oltre a essere più giovani di lui, sono all’apice delle rispettive carriere. Non è di certo un dettaglio».

La vostra amicizia traspare a ogni parola.

«È vero, è mio amico, però mantenere i ruoli è importante quando si parla dell’attività che entrambi, in maniera differente ma con le stesse finalità, svolgiamo nel mondo dello sport: è anche il mio “capo” allo Sky Racing Team-Vr46. Sono molto orgoglioso che mi abbia dato così tanta fiducia, stiamo raccogliendo i frutti di un lavoro iniziato qualche anno fa con l’Academy, con Uccio (Alessio Salucci, ndr) e Alby (Alberto Tebaldi, ndr). E avere un partner come Sky ci dà ancora più forza nel portare avanti il progetto. I consigli di Vale, poi, sono fondamentali per me e per i ragazzi».

Che immagino lo ascoltino in estasi.

«Qualsiasi sua frase è importante, non soltanto perché Valentino ha dalla sua un’esperienza incredibile ed è in grado di analizzare nella maniera più adeguata ogni aspetto legato alle corse e a tutto quello che fa da contorno: quello che dice arriva dal suo cuore, per questo tutti gli vogliono bene come amico e non soltanto in quanto maestro».

L’ingresso di Nicolò Bulega nel team ha dato una grandissima scossa.

«Il suo arrivo è stato molto positivo per il team. È normale che quando si inserisce nel gruppo un pilota così forte il livello si alza per tutti. Così come la competizione. Il compagno di squadra è da sempre il tuo primo rivale, quello al quale vuoi stare sempre davanti. È così per Fenati, per Migno e per Bulega, ma succede ovunque, basta guardare Valentino con Lorenzo o Iannone con Dovizioso. Ma anche Pedrosa non è certo contento quando finisce alle spalle di Marquez».

Tra Bulega e Fenati tutto risolto dopo il botta e risposta di Losail?

«Certo, abbiamo la fortuna di avere nel team dei piloti veramente forti. È giusto che si prendano per mano e vadano tutti insieme il più avanti possibile. Se manca un giro e sono insieme là nelle prime posizioni, che vinca il migliore: il rispetto non è mai mancato, né mancherà perché siamo una grande famiglia».

Dall’anno prossimo la grande famiglia sarà anche nelle Moto2.

«Una nuova avventura per la quale ci stiamo già preparando. È vero che quest’anno le Moto3 sembrano essere più spettacolari, ma nel 2017, se non già nei prossimi mesi, potrebbe cambiare tutto. E poi anche nelle Moto2 si stanno sfidando grandissimi talenti e secondo me questa classe rappresenta una tappa fondamentale e formativa per chi, poi, avrà l’opportunità di mettersi alla prova nelle MotoGp. È una categoria difficile, nella quale bisogna sbagliare il meno possibile per continuare al meglio il proprio processo di crescita».

Chi le piace, in particolare, tra gli italiani che gareggiano nelle Moto2?

«Marini sta svolgendo un lavoro incredibile. Al suo primo anno in categoria sta andando ben oltre le attese di inizio stagione. Baldassarri è fortissimo, e non lo scopriamo oggi, così come Morbido (Franco Morbidelli, ndr). E non lo dico solamente perché fanno parte dell’Academy creata da Valentino».

Chiudiamo da dove abbiamo iniziato: chi sarà l’erede di Rossi?

«Prima o poi arriverà qualcuno che gli somiglia. Ma la voglia e il carisma che ha lui, anche a 37 anni, sono merce rarissima. Di Valentino ce n’è uno solo».

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