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Gs Musile, la creatura di Cadamuro

Ciclismo. Un club voluto dall’ex pro e da Mariuzzo, al servizio dei più giovani

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MUSILE DI PIAVE. L’idea è nata mangiando una pizza in amicizia. Fondare una nuova squadra per dare la possibilità a sei giovani ciclisti, che rischiavano di rimanere senza team, di proseguire l’attività nella categoria Esordienti (13-14 anni). E nello stesso tempo far correre altri cinque Giovanissimi (7-12 anni), desiderosi di salire in sella. Così è nata l’Asd Gruppo Sportivo Musile, la cui costituzione è stata voluta dall’ex ciclista professionista Simone Cadamuro, che ne sarà il presidente, e dal biker Gianfranco Mariuzzo, che ricoprirà il ruolo di vicepresidente. Del direttivo fanno parte anche il segretario Ermes Stevanato e il consigliere Alessandro “Derry” Contarin. Il diesse Giuseppe Bianco allenerà gli Esordienti, che sono Aurora Nardi, Gerardo Artusato, Filippo Dalla Nora, Gabriel Gambino, Riccardo Pivato e Marco Rigato. Mentre Achille Santin sarà il tecnico dei Giovanissimi, gruppo formato da Gaia Santin, Alessio Donè, Alex Mazzuia, Bryan Stevanato e Giordano Uliana.

Il nuovo team è stato presentato nella pizzeria K19 di Musile. All’incontro hanno partecipato il vicesindaco Maschietto e l’assessore Vinale per il Comune, nonché il vicepresidente regionale Forcolin. Nutrito il parterre dei testimonial: Alessandro Ballan (campione del mondo a Varese 2008), l’atleta paralimpico Michele Pittacolo, l’ex professionista Andrea Ballan, nonché Simone Cusin (fresco tricolore master di ciclocross) e Federico Ceolin, vincitore del Giro d’Italia cross categoria Allievi. D’altra parte il Gs Musile si propone come un team multidisciplinare, puntando a far praticare ai suoi corridori il ciclismo su strada, ma anche la mountain-bike e la pista. Senza l’assillo dei risultati. «Il nostro unico obiettivo è che i ragazzi si divertano e che imparino che il ciclismo è una scuola di vita» spiega Simone Cadamuro, «vogliamo che capiscano, senza stress per il risultato, che il ciclismo può essere divertimento, sport e, perché no, diventare anche lavoro. Da quando ho smesso di correre, non mi ero più riavvicinato al ciclismo per mia volontà. Ma adesso ho deciso di sposare questo progetto. Quando io iniziai a correre, ero un G2 come loro e, se non avessi trovato un gruppo di appassionati pronti a metterci del loro, non sarei mai potuto salire in sella».

Giovanni Monforte

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