Il messaggio di Elodie a Sanremo: “Donne, non fatevi sottomettere”
In gara con «Due», poi l’uscita della docu-serie su di lei. «Nelle relazioni oggi ho capito come non voglio più sentirmi»
luca dondoniCreato da

Elodie, nei servizi fotografici che stanno precedendo il suo arrivo a Sanremo usa un trucco sbavato, come di chi ha appena smesso di piangere. Stessa immagine anche per l’album di prossima uscita «Ok. Respira».
«La bellezza è il modo in cui ti esprimi, e anche il trucco racconta il carattere. Credo sia capitato a tutti nella vita di sopportare l’abuso quotidiano. Che non per forza è l’abuso violento o fisico. A volte l’abuso verbale fa male quanto un pugno nello stomaco».
Le è successo di recente?
«Sì e non potevo credere ai miei occhi. Ero entrata in un bar per un caffè e passando di fianco a un signore che avrà avuto una cinquantina d’anni, lo sento sussurrare: “Questa dalla faccia sembra Elodie, ma da come è messa deve essere sotto uso di stupefacenti”. Non ci ho visto più. Sono tornata da quell’uomo e gli ho chiesto come si permettesse di dire una cosa simile; il fatto è che gliel’ho urlato a un centimetro dal viso. Lui subito si è ritratto e mi ha risposto dicendo che aveva detto quella “stronz…” perché non lo avevo considerato. Cosa? Ma secondo lei - gli ho detto - mi spieghi un solo motivo al mondo perché io dovrei passare e fermarmi, considerarla, come dice lei, sorriderle o altro? In forza di che cosa? Sono una donna che sta andando a prendere un caffè e ho il diritto di farlo anche senza dover sorridere a chicchessia. Capisce, queste sono cose che provo tutti i giorni».
Il suo pezzo, «Due», è uno dei titoli che corrono per la vittoria, senza contare che siamo sicuri che si farà particolarmente notare quando scenderà la scalinata dell’Ariston.
«Preparatevi, sarò uno schianto. Sono anche felice perché il 20 febbraio su Amazon Prime usciranno i tre episodi della docu-serie Sento ancora la vertigine che racconta i miei ultimi due anni. Ci sono io da piccola, mia madre, mia nonna che adoro, le giornate passate in studio ma anche la lavorazione del film Ti mangio il cuore. Sono contenta che pubblico e critica mi abbiano applaudita, mi hanno già proposto altri film e serie».
Che cosa pensa del «caso Zelensky»?
«Sanremo è sempre stato un contenitore anche politico e credo sia giusto che, vista la situazione in Ucraina, si parli anche di questo. Non lo trovo inadeguato».
Nell’album c’è una canzone intitolata «Apocalisse» chiaramente dedicata al suo ex fidanzato Marracash. Un titolo un po’ forte per la fine di una storia.
«È uno dei pezzi con cui faccio più fatica a relazionarmi e racconta di noi due. Una relazione molto complessa, ma la canzone mi ha aiutato a metabolizzarla. Dentro quella canzone c’è un testo molto chiaro che potrei riassumere dicendo che alla mia età ho capito come non voglio sentirmi. Oggi sono molto felice e so, metaforicamente parlando, che non voglio “difendermi” dentro casa. Quello deve essere il porto sicuro, il luogo dove c’è il rispetto per l’identità dell’altra persona, l’amore viene da lì».
Dimenticando per un attimo il Festival e saltando al dopo, lei si dovrà preparare per la serata del 12 maggio quando si esibirà per la prima volta al Forum di Assago.
«È uno spettacolo inedito per il nostro Paese. Ci stiamo lavorando tutti i giorni da tanto tempo anche perché non sarò sola. Ci sarà un corpo di ballo, avrò molti ospiti che verranno a trovarmi e, insomma, cercheremo di organizzare uno show come se ne sono visti pochi».
Nelle prime immagini della docuserie si vede lei bambina che canta in salotto.
«Per tanti versi io sono ancora quella bambina lì, che nelle immagini poi cresce e si fa largo inseguendo un sogno. Questo nuovo disco è il compimento di tutto, nei testi cerco di raccontare il mio punto di vista sulla vita e farmi rispettare».
Per la serata delle cover ha scelto «American Woman» dei Guess Who, un pezzo uscito nel 1969 che Lenny Kravitz ripropose con successo nel ‘98. Lei sarà in coppia con Big Mama, una famosa rapper milanese fortemente impegnata contro il body shaming e i diritti in genere.
«Nell’originale il protagonista è un uomo che caccia una donna che non gli piace, io ho girato il testo sempre in inglese e al femminile. Big Mama ha 22 anni, io 32 e due modi di vivere la nostra femminilità in modo completamente diverso ma abbiamo la stessa faccia tosta. Lei rapperà delle barre in italiano e sarà un testo forte, nelle sue corde, sono certa che la gente lo apprezzerà».
Articoli rimanenti
Accesso illimitato a tutti i contenuti del sito
1€ al mese per 3 mesi
Sei già abbonato? Accedi
Sblocca l’accesso illimitato a tutti i contenuti del sito
I commenti dei lettori