VENEZIA. Direttori generali e dirigenti della sanità veneta che percepiscono la pensione, perché hanno concluso la loro vita lavorativa, e anche l’indennità connessa al loro ruolo, di grande responsabilità e centrale ma che – parrebbe – dovrebbe essere prestato a titolo gratuito da un pensionato pubblico.
Secondo quanto sta avvenendo in Basilicata, sembrerebbe di sì.
L’eco del caso Stopazzolo (il dg della Basilicata finito nel mirino di Corte dei Conti per il ruolo di dg -pagato – da pensionato) sta arrivando anche in Veneto e provoca le prime conseguenze.
Ad annunciarlo è stato il numero uno della sanità veneta, Luciano Flor. “È stata conclusa una verifica formale da cui è emerso che quattro dg, regolarmente nominati mentre erano in servizio, sono andati nel frattempo in quiescenza.Gli stessi dg hanno anticipato un parere legale “pro veritate" concernente approfondimenti in merito alla loro posizione. In virtù di queste informazioni e della peculiarità del caso mi riservo un confronto con i ministeri competenti, alle cui risultanze si darà puntuale seguito.
I direttori generali interessati hanno inoltre comunicato che, in attesa della verifica, si autosospendono dalla percezione dello stipendio. Preciso infine che il sottoscritto non è coinvolto personalmente dalla questione in esame in quanto non in quiescenza”.
Si parlerebbe in tal senso del direttore dell’Azienda ospedaliera di Padova dottore Giuseppe Dal Ben, del direttore dell’Ulss 2 Treviso dottore Francesco Benazzi, del direttore dell’Ulss 3 Serenissima in Venezia dottor Edgardo Contato, del direttore dell’Ulss 8 Berica di Vicenza dottoressa Giuseppina Bonavina, del direttore della Fondazione Scuola di sanità pubblica di Padova dottore Francesco Cobello
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