Ciclismo su pista: il veronese Elia “profeta” Viviani è bronzo nell’Omnium
Portabandiera dell’Italia a Tokyo 2020, ha compiuto un’incredibile rimonta sfiorando l’argento all’ultimo giro «ma sono contento lo stesso». I complimenti di Zaia
TOKYO. Elia Viviani ha vinto la medaglia di bronzo nell'Omnium di ciclismo su pista delle Olimpiadi di Tokyo 2020. A Rio 2016 nella stessa disciplina (ma con sei prove invece che quattro) Il portabandiera italiano a Tokyo 2020 aveva conquistato l'oro.
La medaglia d'oro è stata vinta dal britannico Matthew Walls con 153 punti, argento al neozelandese Campbell Stewart con 129. Viviani ha chiuso al terzo posto con 124 punti.
«Mi spiace per l’argento perso nel finale, ma per come era partita questa giornata dobbiamo festeggiare. Probabilmente se mi avessero detto che avrei vinto il bronzo nell’Omnium dopo l’oro di Rio ci avrei messo la firma: ora le motivazioni sono ancora più alte per la Madison di sabato«.
Elia Viviani commenta così la medaglia di bronzo vinta nell’Omnium ai Giochi di Tokyo. «Il successo nell’eliminazione mi serviva proprio per divertirmi e scaricare - ha aggiunto
Viviani ai microfoni della Rai - Nella corsa a punti sono partito con una grande voglia di medaglia. Alla fine sapevo di dover vincere la volata per riprendermi l’argento ma avevo dato tutto nell’ultima azione fatta«.
«È arrivato il giorno di Elia Viviani. Il nostro beniamino veronese è medaglia di bronzo nell’omnium del ciclismo su pista. Il suo è un podio pesantissimo e non meno glorioso dell’oro di Rio. Questo ragazzo, umile e intelligente, a Tokio ha fatto una vera impresa, con una progressione incredibile, una remuntada che l’ha portato lassù partendo dalle retrovie, dove si era trovato dopo 2 delle quattro prove di cui si compone questa spettacolare disciplina». Con queste parole, il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, saluta la medaglia di bronzo conquistata nell’omnium di ciclismo su pista dal veronese Elia Viviani, pistard e ottimo velocista su strada, dopo una gara rocambolesca che, all’inizio, lo aveva visto nelle retrovie.

«Lo sport - aggiunge Zaia - ci ha abituato anche ad assistere alla comparsa di meteore incapaci di rimanere a lungo ad alto livello. Elia è invece l’esatto contrario. Un atleta poliedrico (come dimenticare le sue vittoriose volate su strada e le stoccate su pista) che oggi, alla tecnica sopraffina e all’esperienza ha saputo affiancare un grande cuore. Un cuore tutto veneto, grazie al quale nessuno da queste parti molla mai la presa fino all’ultimo metro. Grazie Elia».
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