La vecchia, sana dieta mediterranea, ricca di vegetali, olio d’oliva extravergine, cereali e pesce, si conferma una volta di più “amica” del cuore e delle arterie. Ma soprattutto non bisogna abusare di carni rosse, lavorate o meno. Chi tende ad avere un elevato consumo di questi alimenti, infatti, tenderebbe col tempo ad avere i ventricoli (ovvero le camere inferiore del cuore) più piccoli, vasi arteriosi più rigidi quindi potenzialmente meno pronti a rispondere allo stress ed una minor funzione del muscolo cardiaco rispetto a chi si limita ad un consumo saltuario o comunque limitato. A dirlo è una ricerca inglese condotta da Zahra Raisi-Estabragh dell’Università Queen Mary di Londra, presentata al congresso ESC Preventive Cardiology 2021 della Società Europea di Cardiologia che per la prima volta non ha considerati gli esiti in termini di infarto, scompenso ed altre patologie cardiache legati a consumo elevato di carni ma è andata a valutare cosa succede a cuore arterie attraverso sofisticate tecniche di imaging. Lo studio ha preso in esame 19.408 persone dalla banca dati della UK Biobank ed ha valutato le associazioni di assunzione (si tratta di auto-dichiarazioni da parte dei partecipanti) di carne rossa e lavorata con l'anatomia e la funzione del cuore. Tre le misurazioni effettuate. Innanzitutto si è partiti dall’osservazione con risonanza magnetica cardiovascolare dei principali parametri della funzione cardiaca, come volume e capacità di pompa dei ventricoli. Poi, grazie alla radiomica associata a questa tecnica, si sono estrapolate le informazioni su forma e consistenza del cuore. infine si è misurata l’elasticità delle arterie, parametro fondamentale per valutare la capacità di adattamento dei vasi di fronte a sforzi o stress. Quanto meno le arterie sono rigide, infatti, tanto più sono sane.
“Lo studio è sicuramente di grande interesse, anche per le valutazioni funzionali che propone, e conferma ancora una volta il valore di un’alimentazione prevalentemente basata sul modello della dieta mediterranea – commenta Andrea Ghiselli, Presidente della Società italiana di scienze dell’alimentazione (Sisa). Il modello dietetico dovrebbe prevedere un significativo apporto di calorie da alimenti di origine vegetale, frutta, verdura, cereali (meglio se integrali), legumi, frutti in guscio etc, con basso introito di alimenti di origine animale, tra i quali prediligere pesce e latticini. Pur senza eliminare alcun cibo, con queste abitudini alimentari non si protegge solamente il cuore, ma l’intero organismo”.