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Adolescenti e sesso: quanto ne parlano e come lo vivono

Adolescenti e sesso: quanto ne parlano e come lo vivono
Il 65% dei giovani non parla di sessualità in famiglia, 8 su 10 visitano siti porno, 1 su 4 ha rapporti non protetti. I dati di un’indagine di Fondazione PRO evidenzia abitudini e criticità
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Se volessimo stilare una classifica degli argomenti di cui genitori e figli fanno tanta fatica a parlare, il sesso e tutti gli aspetti connessi vincerebbero a mani basse occupando la top list. Lo dimostrano anche i numeri: il 65% dei giovani non parla di sessualità in famiglia, 8 su 10 visitano siti pornografici, 1 su 4 ha rapporti sessuali non protetti e, soprattutto, solo il 25% ha fatto una visita di prevenzione. È una fotografia della realtà messa a fuoco da un sondaggio su mille studenti, dai 16 ai 19 anni, svolto nell'ambito de "La maleducazione sentimentale dei giovani", il progetto pilota realizzato da Fondazione PRO con il contributo di Fondazione Banco di Napoli e in collaborazione con la IV Municipalità della città di Napoli. L'iniziativa, che ha coinvolto alcuni istituti scolastici di II grado, ha anche visto la realizzazione di uno spot scritto e diretto da Giuseppe Bucci, con la partecipazione di Stefano De Martino, Biagio Izzo e Francesco Paolantoni.

Prevenire non significa vietare

Agli studenti coinvolti nel progetto è stato chiesto di rispondere a un questionario e di partecipare agli incontri organizzati da Fondazione PRO per dibattere sui risultati, sull'importanza di affrontare un tema così importante e sui comportamenti corretti da tenere. "Questo progetto ci ha dato modo di conoscere meglio i giovani e capire come sia possibile intervenire aiutandoli a compiere scelte responsabili. I dati emersi dalle survey hanno infatti mostrato diverse criticità nelle loro abitudini. Basti notare come solo un ragazzo su cinque si sia sottoposto a una visita dall'urologo - spiega Vincenzo Mirone, presidente di Fondazione PRO - Di fronte a questa realtà, il nostro compito è di parlare ai giovani di prevenzione, ricordando che prevenire non significa vietare, ma indicare quali siano i comportamenti da trasformare in abitudini e gli stili di vita corretti da prediligere, per esempio una sana alimentazione, un'attività fisica regolare e un'attività sessuale consapevole.  Il rapporto con i propri genitori in questo contesto è fondamentale: gli adulti devono trovare il modo giusto di costruire un dialogo senza essere invadenti, ma nemmeno assenti"

Un tema che ha a che fare con la prevenzione, anche oncologica

Dal sondaggio sono emersi anche i dati relativi al consumo di alcool, droghe leggere e sigarette: il 25% delle ragazze e il 18% dei ragazzi fuma abitualmente, il 25% dei maschi e il 10% delle femmine ha fatto uso di droghe leggere e una giovane su tre e un ragazzo su due assumono regolarmente superalcolici. "L'educazione sentimentale è anche educazione sessuale", spiega Rossella Paliotto, presidente Fondazione Banco di Napoli: "Il nostro obiettivo è sensibilizzare i ragazzi affinché siano in grado di comunicare con i genitori, decidere responsabilmente cosa è meglio per loro senza farsi trascinare dal gruppo. La prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili è infatti fondamentale, soprattutto nella fascia d'età che abbiamo preso in considerazione, perché si pensa che i nostri ragazzi siano ancora piccoli e nulla di male possa accadere. Siamo molto contenti di aver preso parte a un progetto che, partendo dal quartiere Forcella, ha dato un'opportunità importante a una città come Napoli, mostrando quanto sappia essere virtuosa".

L'educazione sentimentale nei programmi scolastici

Il progetto è stato accolto dai ragazzi con entusiasmo, a dimostrazione di quanto sia forte la loro necessità di parlare di temi così importanti e delicati. "Gran parte degli studenti ha manifestato il bisogno di approfondire questi argomenti, di parlarne con esperti, di capire come e a chi rivolgersi in caso di problemi - conclude Mirone - La nostra ambizione ora è di proporre un format che divenga un modello per l'intero Paese, portando l'educazione affettiva dentro i programmi scolastici, allo stesso modo di come avviene per l'educazione civica."

 

Crediti per l'immagine: Kate Kalvach on Unsplash