Per tre volte Antonella ha scoperto, e riscoperto, un tumore al seno. L’ultima volta però, dopo una Pet, viene a sapere che il tumore non è solo lì: “è dappertutto”, ricorderà l’ex-marito in questa lettera da spettatore senza parole. Perché, racconta, certe volte è “Impossibile trovare una parola che abbia un senso” o anche solo pensare a come dirlo, di nuovo, alla loro figlia.
Il racconto è uno dei dieci semifinalisti del contest letterario #afiancodelcoraggio. Si può contribuire a scegliere i tre finalisti esprimendo le proprie preferenze – fino a un massimo di tre voti - leggendo le storie sul sito del contest. C'è tempo ora fino all'8 giugno. Tra i tre finalisti verrà poi eletto dalla giuria il racconto vincitore, destinato a diventare un cortometraggio.
“Scendo le scale. Davanti a me Argo, un pastore australiano che non vede l'ora di uscire. Esco nel cortile, la nebbia avvolge tutto e rende questa corte ancora più bella. Qui d'inverno, nel bel mezzo della pianura padana, a casa di Stradivari, è spesso così: tutto ha un senso quasi incompiuto, le mura che cintano la cascina, le campagne attorno, le bici che sbucano dal nulla, improvvisamente. Strano per noi che veniamo dal Trentino.
Antonella è pronta e partiamo. Lei è sorridente, scherza, apprezza il paesaggio morbido e lattiginoso. Un pedone mi passa vicino, i sensori di parcheggio ululano, Argo abbaia forte, ma Antonella gli parla in modo sereno e lui si calma. Mi stupisco, sono io l'agitato, invece lei è – o forse sembra – tranquilla. Siamo arrivati alla clinica, mi dice: “Vado io, tu aspettami qui”. La vedo sparire in fondo al viale di questo vecchio e austero manufatto, che sembra ricordare, a chi ne oltrepassa la soglia, che i suoi verdetti sono insindacabili e decisivi per il proprio cammino.

Ieri mattina, 15 dicembre 2021, Antonella ha fatto la PET voluta da Daniele, il professore da cui è in cura da poco. Siamo venuti da lui la prima volta qualche settimana fa per un consulto: a ottobre le hanno diagnosticato un tumore al seno, il terzo in 10 anni, la prima volta qualche anno dopo la nostra separazione. Adesso, dopo due operazioni, è forse una recidiva, forse un nuovo oscuro passeggero, e il professore vuole avere la situazione chiara e aggiornata: ecco il motivo della PET. Vuole avere la certezza che le cellule cancerogene siano esclusivamente al seno. Uscendo dal suo studio, Antonella piange, di gioia: ha trovato una persona, il professore, dall'umanità spiccata, a cui affidarsi, mentre le altre volte non è stato così. Lui la abbraccia e le dice che tutto andrà per il meglio.

Eccola ora invece: sta tornando, non è sorridente, è nervosa e in mano ha una busta bianca, chiusa. Parto, tra dieci minuti arriviamo in ospedale, ci aspetta il professore.
C'è traffico fuori, in macchina invece silenzio, Argo abbaia per un'ambulanza che passa, ma Antonella non gli parla più, sta aprendo la busta e legge. Capisco che cerca freneticamente le righe che descrivono dov'è il passeggero oscuro e dice: “...Ma è nel fegato”. Io vorrei bloccare la macchina per leggere e capire, ma non posso.
- “...e nei polmoni”
- “Vedrai che interpreti male”, cerco di calmarla e le ripeto che il professore ci spiegherà.
E sempre più convulsa la lettura.
-“...e anche nelle ossa, è dappertutto!”
Le parlo, ma non mi ascolta, il suo pensiero è altrove, più avanti, senza freni. Non so cosa dire, sono annientato, lei invece è lucida.
-“...se è arrivata la mia ora lo accetto, non ho paura, mi basta non soffrire”.
Impossibile trovare una parola che abbia un senso.
Parcheggio davanti all'ospedale, anche Argo non fiata. Bussiamo, il professore ci sta aspettando. Legge d'un fiato il referto, ci guarda e ammette: “Speravo in una situazione migliore, decisamente”.
Antonella, si rintana nei suoi pensieri, io annoto mentalmente l'analisi che fa il professore, ma capisco solo che è veramente dura, durissima, si parla di metastasi.
C’è un'ultima domanda
- “Guarirò?”
- “No, ma possiamo trovare un equilibrio tra cure, malattia e qualità della vita”, dice lui.
Gli siamo ancora seduti davanti, ma sia io che Antonella non siamo più li. Non ho idea di cosa pensi lei, io penso a Benedetta, nostra figlia, a come dirglielo, ha 28 anni ed è la terza volta che le si chiede di accompagnare la mamma in questa realtà così difficile.
Rileggo ciò che ho scritto: oggi è il 14 marzo 2023, la battaglia è sempre più dura, ma Antonella è a casa con Benedetta”.