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Obesità, le diete più efficaci per dimagrire

I medici europei lanciano l'allarme: nel 2025 nel continente un adulto su quattro sarà obeso. Dall'analisi di 50 studi clinici ecco i regimi dietetici che portano i risultati migliori
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Nel 2025, in Europa, un adulto su quattro sarà obeso. L'allarme arriva dalle associazioni di medici europee che, sulla base dei dati raccolti in vari studi, hanno individuato le terapie nutrizionali più indicate ad affrontare sovrappeso e obesità. Oltre 50 studi clinici sono stati messi sotto la lente d'ingrandimento dei ricercatori nel tentativo di identificare prove recenti sui diversi tipi di terapia nutrizionale medica a disposizione degli specialisti europei dell'obesità. Ne è emersa una sorta di hit parade delle diete considerate più efficaci per contrastare quella che ormai viene considerata una vera e propria epidemia in tutto il mondo. Nel nostro Paese, secondo gli ultimi dati del 4° Italian Barometer Obesity Report, realizzato in collaborazione con Istat, le persone in eccesso di peso sono più di 25 milioni. Di questi, 6 milioni rappresentano i soggetti obesi, corrispondenti al 12% dell'intera popolazione. Anche tra i bambini e gli adolescenti le percentuali sono preoccupanti: il 26,3% dei minori italiani tra i 3 e i 17 anni, ovvero 2 milioni e 200.000 persone, presentano problemi di peso.

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Non solo dieta

La Società Europea per lo Studio dell'Obesità (Easo) e la Federazione Europea dei Dietisti (Efad) hanno pubblicato un position paper per fornire un aggiornamento sulle possibili opzioni per la terapia nutrizionale medica dell'obesità. Un documento destinato agli operatori sanitari e alle istituzioni politiche, impegnati a cercare soluzioni efficaci per contrastare l'obesità.

Il position paper si basa su una revisione sistematica di 56 studi clinici e meta-analisi pubblicati tra il 2018 e il 2021. Oltre ad identificare le diete più efficaci, questo documento ha fatto emergere anche altri aspetti importanti. "I risultati dell'analisi - spiega Renata Bracale, professoressa di Nutrizione, specialista in Scienza dell'alimentazione dell'Università degli Studi del Molise - dimostrano che, mentre le opzioni che prevedono la restrizione calorica sono efficaci nel promuovere la perdita di peso nel breve periodo, per raggiungere una maggiore adesione alla dieta con cambiamenti comportamentali a lungo termine, è necessario supportare la dieta con interventi basati sulle modifiche delle abitudini alimentari, sulla qualità del cibo e sulla consapevolezza (mindfulness) delle scelte di cosa si porta sulla propria tavola".

 

Le cinque diete più efficaci

La revisione conferma l'efficacia di cinque diete: la mediterranea, le diete vegetariane, la dieta Dietary Approaches to Stop Hypertension (DASH), la dieta nordica e quelle a basso contenuto di carboidrati che sono associate ad una migliore salute in termini metabolici, a prescindere dalle variazioni del peso corporeo. "È necessario concentrarsi non solo sulla perdita di peso, ma anche sul miglioramento della salute e del benessere del paziente. In questa ottica, sono convinta che la dieta mediterranea rappresenti il modello migliore poiché prevedendo maggiori porzioni di frutta e verdura al giorno è la più ricca in termini di vitamine, minerali ed antiossidanti, in grado di combattere l'invecchiamento cellulare". Quindi, è la dieta più efficace nel contrastare le patologie età correlate e le comorbidità dell'obesità stessa, come dislipidemia, ipertensione arteriosa, insulino-resistenza e diabete.

I 'protagonistì delle diete anti-obesità

Questi modelli alimentari (Dash, Nordica, e le diete a basso contenuto di carboidrati) prevedono poco sale, zuccheri aggiunti, alcol, oli tropicali e alimenti trasformati e ricchi di verdure non amidacee, frutta, cereali integrali e legumi. "Le proteine - precisa la nutrizionista - tendono a provenire principalmente da fonti vegetali come legumi, fagioli o noci, insieme a pesce o frutti di mare, pollame magro e carne e latticini a basso contenuto di grassi o senza grassi". Invece, le diete vegetariane, o addirittura vegane e povere di grassi, enfatizzano anche il consumo di verdure, frutta, cereali integrali, legumi e noci, limitando al contempo alcol e cibi e bevande con zuccheri aggiunti.

"Tuttavia - precisa Bracale - le restrizioni nel modello alimentare vegano possono rendere più difficile seguirlo a lungo termine o quando si mangia fuori casa. Seguire un modello alimentare vegano può aumentare il rischio di carenza di vitamina B-12, che può causare anomalie dei globuli rossi che portano all'anemia; pertanto, l'integrazione può essere raccomandata dai medici".

La dieta nordica con l'olio di canola

Mentre quella mediterranea, quelle low carb e anche la Dash sono abbastanza note, la dieta nordica è meno conosciuta probabilmente perché si basa sugli alimenti tradizionali dei Paesi nordici appunto. "È un regime alimentare che prevede patate e altri ortaggi a radice, bacche, cereali integrali, cavoli, mele, pere, avena, segale, latte e latte fermentato", spiega Bracale. Una differenza rispetto alla dieta mediterranea, tuttavia, è il tipo di olio utilizzato: "Se alle nostre latitudini prediligiamo l'uso di olio extravergine di oliva, la dieta nordica promuove l'olio di canola o olio di colza. Si tratta di un olio che ha meno grassi saturi dell'olio extravergine di oliva e può essere utilizzato in cucina e in forno a temperature più elevate. In compenso l'olio Evo vanta una maggiore quantità di antiossidanti", aggiunge la nutrizionista.

La dieta chetogenica funziona?

Quello elaborato dalla Società Europea per lo Studio dell'Obesità (Easo) e dalla Federazione Europea dei Dietisti è il primo documento scientifico che include la dieta chetogenica nel trattamento raccomandato per l'obesità. "Analizzando gli studi della durata massima di 6 mesi, con questo tipo di diete che escludono completamente i carboidrati e limitano molto il consumo di verdure e quindi di fibra, minerali e vitamine - prosegue Bracale - sono stati dimostrati miglioramenti del peso corporeo e della glicemia, solo nei primi mesi. Tuttavia, dopo un anno, la maggior parte dei miglioramenti non è diversa dai risultati di una dieta meno restrittiva. Le restrizioni su frutta, cereali integrali e legumi possono comportare un ridotto apporto di fibre. Inoltre, queste diete sono ricche di grassi saturi, cioè animali. Il consumo di alti livelli di grassi saturi e bassi livelli di fibre sono entrambi collegati allo sviluppo di malattie cardiovascolari, oltre ad essere diete non più sostenibili per l'ambiente. Quella mediterranea è risultata invece la dieta ecologicamente più sostenibile".

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Tra i regimi alimentari considerati efficaci per contrastare l'obesità c'è anche la very low-calorie ketogenic diet (Vlckd), un protocollo alimentare fortemente ipocalorico e ipoglucidico che ha l'obiettivo di indurre la chetosi. Rispetto a una dieta ipocalorica tradizionale è vantaggiosa sulla fame, sul mantenimento della muscolatura, sull'infiammazione e sul decremento ponderale. "Dopo la prima fase strettamente chetogenica a bassissimo contenuto calorico - ci spiega Bracale - vengono leggermente alzate le calorie (800 - 1500 kcal?die) e reintrodotti gradualmente gli alimenti glucidici partendo da quelli a indice glicemico più basso come frutta e latticini, proseguendo poi con i legumi e, infine, aggiungendo pane, pasta e cereali di vario genere".

Educazione alimentare, consapevolezza ed empatia

Questa fase, però, deve essere adeguatamente affiancata da un percorso di educazione alimentare che permetta al paziente di reintrodurre gli alimenti in maniera graduale e consapevole dei principi nutrizionali in essi contenuti. Il paziente deve essere, inoltre, introdotto a un progressivo incremento dell'attività fisica. Questa seconda fase si conclude quando il 100% del calo ponderale stabilito è stato ottenuto e tutti gli alimenti sono stati inseriti nella dieta.

 

L'obiettivo finale, pertanto, è quello di condurre il paziente verso una dieta equilibrata sullo stile mediterraneo con un apporto calorico tra le 1500 - 2000 kcal che gli permetta di mantenere i risultati nel lungo termine. "Personalmente - conclude l'esperta - ritengo che alla base dell'approccio dietetico ci sia la necessità di rendere i pazienti consapevoli del cambiamento che a volte passa semplicemente attraverso la comprensione del fatto che la scelta più semplice è la migliore. Non abbiamo bisogno di diete stravaganti, la vera rivoluzione è la normalità. È molto più importante l'empatia che mettiamo nel fornire un modello di dieta, che non le calorie che togliamo. È durante il confronto con lo specialista che si scoprono le aspirazioni più importanti per il paziente: andare in bicicletta, portare a spasso il cane o salire le scale senza stancarsi, entrare in una certa taglia di vestiti o indossare un costume da bagno. Si tratta di dettagli fondamentali perché la qualità della vita delle persone affette da obesità è fortemente compromessa".