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Mal di testa nei bambini, perché non va sottovalutato

Mal di testa nei bambini, perché non va sottovalutato
La cefalea colpisce oltre il 62% di bambini e adolescenti nella fascia 8-18 anni. Cosa dicono gli ultimi studi su cause scatenanti e fattori di rischio
2 minuti di lettura

Da sempre il mal di testa è un sintomo frequente tra i bambini, fonte di preoccupazione per mamma e papà, nonché spesso motivo di consultazione medica. Ma è un recente studio europeo coordinato da Agnese Onofri e Simona Sacco dell'Università dell'Aquila e pubblicato su The Journal of Headache and Pain, a darci i numeri esatti del problema. La cefalea colpisce oltre il 62% di bambini e adolescenti nella fascia 8-18 anni (di cui il 38% nelle femmine e 27% maschi).

Le cefalee

Ma cos'è la cefalea? O meglio cosa sono le cefalee? Ci capita infatti di parlare genericamente di mal di testa, senza ricordare che in realtà esistono diversi tipi di cefalea. E sono così diverse tra di loro tali da avere spesso non solo sintomi ed evoluzione diversa ma anche da richiedere un approccio clinico o terapie differenti.

Senza entrare troppo nel dettaglio, ciò che è utile è distinguere le cefalee primarie e le cefalee secondarie, ovvero quelle correlate a specifiche patologie. La maggior parte degli episodi di mal di testa accusati dai più giovani sono dovuti a una cefalea primaria, in particolare all'emicrania e alla cefalea tensiva, che il più delle volte esordiscono già in tenera età, anche a partire dai 6-8 anni.

Numeri alla mano, lo studio pubblicato su The Journal of Headache and Pain, individua l'emicrania nell'11% dei bambini e ragazzi dagli 8 ai 18 anni, la cefalea tensiva nel 17%.

Non solo mal di testa: gli altri sintomi

La cefalea può non essere sola bensì accompagnarsi o essere preceduta da altri sintomi, tra cui nausea, vomito e dolori addominali, fastidio per la luce (fotofobia), per i rumori (fonofobia) o addirittura per gli odori (osmofobia). Non a caso a volte sentiamo parlare di "emicrania con aura", ovvero di una forma di emicrania la cui peculiarità per l'appunto è rappresentata dall'aura, un insieme di sintomi neurologici che precedono o accompagnano la cefalea stessa, con durata variabile, da pochi minuti all'ora.

Fattori di rischio e familiarità

Il sospetto di emicrania spesso nasce perché in famiglia c'è chi soffre o ha sofferto in passato di mal di testa: nelle cefalee primarie c'è spesso anche se non sempre una forte componente di familiarità o predisposizione genetica.

Recenti studi hanno poi sottolineato il ruolo di alcuni fattori di rischio legati all'emicrania nei bambini, come situazioni familiari problematiche e conflittuali, stress scolastico, pressione sportiva o eccessivo utilizzo di smartphone e media device in generale. Anche alterazioni nella quantità e qualità del sonno possono scatenare nei giovanissimi la sintomatologia cefalgica.

Un aiuto dall'alimentazione

Occhio infine all'alimentazione: un buon consiglio è quello di non saltare la colazione, non eccedere in carboidrati ma lasciare spazio a frutta e verdura, da sempre ottime alleate della nostra salute. In poche parole, il trigger dell'episodio acuto spesso può essere ricercato in uno stile di vita non adeguato o non salutare dei giovanissimi. Pertanto, piccoli interventi correttivi possono essere di aiuto nel prevenire un nuivo episodio di emicrania in bambini e adolescenti.

Emicrania e disagio emotivo

Infine, una recente revisione della letteratura pubblicata sulla rivista Jama Pediatrics rivela che l'emicrania nei giovani può anche accompagnarsi a varie forme di disagio emotivo: i giovanissimi che soffrono di emicrania sono più a rischio di ansia e depressione. In attesa di meglio capire se vi sia una relazione di causa-effetto e cosa venga prima, ovvero se sia il mal di testa a causare ansia e depressione o viceversa, vale la raccomandazione che tutti i bambini e adolescenti con emicrania siano anche tenuti sotto controllo per i disturbi psicologici.

Elena Bozzola, pediatra, consigliere nazionale SIP