
Coronavirus, i ragazzi dell'Isituto dei Tumori spiegano come affrontare il lockdown

“La malattia oncologica impone agli adolescenti periodi di ‘chiusura’ dal resto del mondo”, spiega Maura Massimino, Direttore della Struttura Complessa di Pediatria Oncologica dell’INT: “Certamente non sono momenti facili per loro, ma proprio per la esperienza di malattia, sono le persone più adatte a raccontare senza ansie cosa fare in questo preciso periodo. Il COVID-19 causa una malattia che al momento è ancora sconosciuta e impone una modalità di difesa globale che deve essere svolta in modo consapevole e responsabile, nel pieno rispetto di se stessi e degli altri”.
I consigli sono di rispettare le norme e i limiti imposti dal lockdown, mantenersi in contatto con l’oncologo di riferimento, non allarmarsi in caso di sintomi ma parlarne con i medici che sanno cosa fare, affidarsi solo a fonti di informazioni ufficiali e affidabili, approfittare di questo momento per sviluppare insieme ad altri coetanei nuovi progetti e iniziative.
Le regole, insomma, sono quelle che conosciamo tutti, ma la forma, il linguaggio e il mezzo fanno la differenza. La trasmissione delle informazioni tra pari è una via da non sottovalutare mai: “I ragazzi - aggiunge Andrea Ferrari, responsabile del Progetto Giovani - hanno sviluppato il video coordinandosi ciascuno dalla propria abitazione, un esempio della marcia in più che hanno gli adolescenti con i mezzi di comunicazione in rete. E, come ha raccontato uno di loro nel video, è importante spronare i coetanei a mantenersi attivi e uniti nonostante le distanze, e a utilizzare le nuove tecnologie per la condivisione di progettualità future”.
Il Progetto Giovani è dedicato ai ragazzi trai 15 e i 25 anni. È composto da un’équipe multidisciplinare diversa dai soliti standard ed è questo che la rende un esempio innovativo di approccio al paziente adolescente. Il medico oncologo e lo psicologo lavorano infatti nello stesso ambiente insieme all’educatore.