«Bene che Venezia non sia nella black list, ma ora servono fatti sulla gestione dei flussi»
La reazione delle categorie. Vernier: «I problemi restano, vanno affrontati». L’Ava: «Creato eccessivo allarmismo, c’è già un percorso in atto»
Carlo Mion
Per le categorie produttive che operano in città e che vivono con il turismo ma patiscono il suo eccesso la scelta dell’Unesco di non far finire nella black list Venezia è vista positivamente.
Ma tutti si rendono conto che i provvedimenti che hanno consentito di arrivare a questo sono solo l’inizio di un percorso.
«Si tratta di un percorso complesso di sperimentazioni tese al governo dei flussi turistici e a garantire dunque l’equilibrio tra residenza e turismo. Come CNA siamo favorevoli alle azioni messe in campo in questo senso (pensiamo ai varchi prioritari per i residenti ad esempio) - spiega Roberto Paladini, direttore di CNA Venezia -. Chiaramente si tratta di una prima sperimentazione (propedeutica alla possibilità di arrivare poi ad applicare un numero massimo di turisti giornalieri) sui giorni più ‘caldi’ dell’anno, e come tale immagino sarà soggetta a possibili miglioramenti o correzioni, a tutela dei residenti e dei loro ospiti e delle attività produttive».
Chi ribadisce come la città abbia, da tempo, iniziato un percorso per gestire i flussi turistici è Daniele Minotto, vice segretario dell’Associazione Veneziana Albergatori: «Sono stati riconosciuti gli sforzi fatti dalla città per rispondere alle preoccupazioni dell’Unesco.
Riteniamo però che sia stato creato un eccessivo allarmismo, in una città che aveva già intrapreso, da diversi anni, un percorso per risolvere il problema della concentrazione dei flussi turistici, per ridistribuirli e renderli meno impattanti.
A partire dalle misure per lo spostamento delle Grandi Navi. Sono state poi introdotte limitazioni alle licenze per la vendita di paccottiglia e prevista la misura della tassa di ingresso, uno strumento che ci ha visti collaborare con il Comune per introdurla in modo efficace.
Non sarà un percorso facile e dai risultati immediati ma speriamo che si trasformi in uno strumento in grado di evitare la concentrazione dei flussi nei giorni di massima affluenza. Venezia è una città meravigliosa e i turisti di tutto il mondo la visitano indipendentemente dall’inserimento nella lista dei siti Patrimonio dell’umanità».
«Come veneziano sono contento che non sia finita nella black list, ma ricordo che senza Venezia anche l’Unesco avrebbe meno valore. Allo stesso chiediamo cosa fare per migliorare questo patrimonio. Come Confesercenti», spiega il vice presidente metropolitano Emiliano Biraku, «siamo sempre stati favorevoli al ticket d’ingresso e ora, dopo tanto parlare, si fa qualche cosa. Dopo la sperimentazione valuteremo l’efficacia della misura. L’importante ora è adottare delle politiche per non lasciare il predominio alla monocultura del turismo».
Per Claudio Vernier dell’Associazione San Marco: «Siccome non siamo in black list non dobbiamo pensare che tutto va bene. Si tratta di una decisione provvisoria. Bisogna affrontare velocemente i problemi che restano e dobbiamo puntare sulla città dei cittadini»
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