Pontida, gli assessori veneti Marcato, Caner e Bottacin non salgono sul palco
Alla fine, come sempre, hanno fatto più rumore gli assenti. Se non da Pontida, dal palco
Laura Berlinghieri
Alla fine, come sempre, hanno fatto più rumore gli assenti. Se non da Pontida, dal palco. Eccoli, i tre assessori veneti, in fila: Federico Caner, Roberto Marcato e Gianpaolo Bottacin. Al raduno leghista, sì, ma rimasti sul pratone, in mezzo ai militanti. L'unico a parlare della sfida a viso aperto ingaggiata con i vertici del partito è Federico Caner.
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"Sono qui solo per i militanti" dice l'assessore veneto all'Agricoltura. Roberto Marcato - che nella folla dei militanti è stato costretto a farsi largo, fermato di continuo per fotografie e autografi - dice che la sua non è stata una scelta "anti", ma è la sua solita abitudine: "Vivo da sempre Pontida in mezzo ai leghisti" spiega, sfoggiando una maglietta con la scritta "#Onichini libero".
Mentre Gianpaolo Bottacin preferisce non parlare. Gli altri lighisti, invece, sono tutti lì, sul palco. Insieme al presidente Luca Zaia, che parla di autonomia, di immigrazione, di servizi sociali. Sotto c'è la base. C'è poco veneto o, almeno, molto meno degli anni passati. E pure i presenti non sono mai stati così arrabbiati. Gianpietro Zattre, di Isola Vicentina, è arrivato a Pontida con un grosso cartello con il quale chiede autonomia, ricordando il referendum dall'esito plebiscitario, risalente ormai a sei anni fa. Lo stesso cartello lo aveva esibito l'anno scorso. Adesso, però, al Governo c'è anche la Lega, da quasi un anno.
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"Ma dall'ultima Pontida non è cambiato quasi niente" ammette, "Noi siamo fiduciosi, ma anche la nostra pazienza ha un limite". Lo ribadiscono gli altri veneti, durante il discorso di Zaia. Alzano in alto i cartelli, ricordando ancora la data del referendum e l'esito. "Veneti delusi? Non mi sorprende" risponde, sornione, Caner, "Delusi dall'andamento del progetto di autonomia, dalla gestione di Salvini, dalla presenza di Marine Le Pen oggi a Pontida". E la resa dei conti è sempre più vicina.
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