Bimbo morto, ora si stringe il cerchio sull’uomo alla guida della macchina. Una donna ha visto la scena
Indagini in corso dei carabinieri di Portogruaro, decisiva testimonianza di una signora. Il silenzio dei genitori
Carlo Mion
Bilal Kurtesi, il bimbo di 18 mesi morto all’ospedale di Portogruaro dopo un violento trauma cranico
Il cerchio si sta stringendo sulla persona che guidava l’auto al momento dell’investimento del piccolo Bilal Kurtesi. I carabinieri della compagnia e del Nucleo investigativo di Mestre sono sulle tracce di un uomo che non era presente al momento dell’arrivo dei militari. Si era allontanato poco prima gridando e in preda alla disperazione. Persona che prima di allontanarsi era stata insultata dalla mamma del piccolo che gli aveva gridato di tutto.
Gli investigatori hanno individuato questa persona anche grazie alla testimonianza di una donna che avrebbe assistito prima allo sfogo della madre e poi alla disperazione dell’uomo mentre, una volta uscito di casa, si è allontanato. Di lui i familiari del bambino non hanno mai fatto cenno. Preferendo dare una serie infinita di versione, una meno credibile dell’altra. E’ questione di poco per individuare chi è questa persona e stabilire se eventualmente era lui che stava manovrando l’auto quando è stato investito il bambino di 18 mesi.

Fin dal primo momento padre e madre del bambino – la famiglia è di nazionalità serba e di etnia rom – hanno dato varie spiegazioni su come il bambino fosse morto. In tutte naturalmente compare al centro della scena l’automobile. C’è poi il forte sospetto che la scena dell’incidente sia stata modificata spostando l’auto di famiglia, una Fiat Punto di colore grigio.

Inizialmente, ai soccorritori e alla prima pattuglia di carabinieri intervenuta sul posto, hanno detto che il bambino era caduto dal tettuccio dell’auto dove era stato messo per gioco. Una versione che una parte dei parenti racconta ancora. Alla contestazione che le tracce di sangue sulla stradina, dove è morto il piccolo, erano più una scia da investimento che da caduta, hanno cambiato racconto dicendo il figlio sarebbe stato investito dall’auto mentre alla guida c’era la figlia di 13 anni.
I genitori hanno sempre raccontato di non assere stati presenti al momento dell’incidente. Il padre era fuori per lavoro, raccoglie e rivende ferro vecchio. Tra le tante cose ipotizzate dai parenti, anche quella di un’auto pirata. La più bizzarra quella che la loro auto abbia avuto un problema ai freni, una rottura accidentale, e abbia investito il bambino in quanto la stradina di entrata all’abitazione è in pendenza. Tutte versioni che crollano davanti ai rilievi svolti dagli specialisti della sezione investigazione scientifiche Sic, che hanno ricostruito la scena dell’incidente fin nei minimi particolari.
Manca solo l’attore principale, che ha fatto manovra con la Punto e che ha ucciso il piccolo. Un parente che magari non poteva stare in quella casa?
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