Lungo la rotta degli esuli italiani in fuga per la libertà. «Da Chioggia iniziò il futuro dei nostri padri»
La storia della barca Klizia e del suo viaggio che ha ripercorso al contrario quello fatto nel 1948 da 53 famiglie di profughi giuliani, istriani e dalmati scappati dalle loro case a bordo di 13 pescherecci
Elisabetta b. anzoletti
Emozionante tappa a Chioggia venerdì per l’equipaggio dell’imbarcazione Klizia che sta ripercorrendo, a ritroso, la rotta che nella primavera del 1948 tracciarono 13 pescherecci con 53 famiglie di esuli istriani, fiumani, dalmati e giuliani in cerca di un nuovo territorio in cui rifarsi una vita.
Venti giorni e venti notti di navigazione per raggiungere Fertilia e ricominciare. A accoglierli in municipio l’assessore alla Cultura Elena Zennaro che ha ricordato l’importanza di iniziative per fare memoria e creare consapevolezza di chi siamo.
Intensa la testimonianza di Giulio Marongiu, nato a Pola nel 1938, esule nel 1948 come molti altri conterranei, e mai più tornato nella città natale. Marongiu sta compiendo questo viaggio a ritroso nel tempo, dalla Sardegna all’Istria, con il figlio Federico che ha ribadito l’importanza della memoria per le nuove generazioni, perché il ricordo e la ricostruzione superino le barriere ideologiche.
Il Klizia è salpato il 30 luglio dal porto di Alghero. A bordo Giulio Marongiu, il figlio Federico; Giuseppe Bellu, mamma veneta e padre sardo; Paolo Frailis che segue l’equipaggio da terra; Franco Trova, velista di sostegno al team e Marco Manca.
«Chioggia rappresenta una tappa fondamentale del nostro viaggio», spiega Manca, «perché proprio dalla vostra città, nella primavera del’48, partirono alla volta della Sardegna i 13 pescherecci. Gli esuli avevano recuperato le loro imbarcazioni, raccolte proprio a Chioggia dopo i fatti tragici di quegli anni e da qui avevano cercato un nuovo futuro a Fertilia. Ecco perché Chioggia è un luogo simboco per la nostra esperienza e siamo lieti di fermarci qui».
ll progetto “Ritorno alla Terra dei padri” ,si pone l’obiettivo di riannodare i fili della storia toccando le coste francesi, toscane e del Lazio, fino al ritorno degli esuli in patria. Una sorta di “giro d’Italia” per far “conoscere una storia ricca di valori e per raccontare esempi di una straordinaria capacità di ricostruire una vita partendo da zero».
I commenti dei lettori