L’ex broker finanziario Enrico Rigato trovato morto in casa
Accertate perdite per 7 milioni, ma i soldi andati in fumo sarebbero molti di più. Oltre cento le persone che si erano fidate di lui. Da giorni non dava notizie di sé
Carlo Mion e Alessandro Abbadir
L'ex broker finanziario Enrico Rigato e la casa di Vigonovo
Si è suicidato nella sua casa in centro a Vigonovo, nel Veneziano, il discusso broker Enrico Rigato di 55 anni. È stato trovato morto ieri mattina impiccato nella sua abitazione che si trova a poche centinaia di metri dal municipio. Da giorni non rispondeva al telefono e non apriva la porta.
Parenti e amici in apprensione hanno chiesto alle forze dell’ordine di fare dei controlli. E quello che temevano i parenti era cruda realtà: Rigato è stato trovato privo di vita. La morte, stando all’ispezione cadaverica, risale alla notte precedente. Secondo gli investigatori dei carabinieri intervenuti sul posto non ci sono dubbi che si tratti di un suicidio. Anche perché l’uomo ha lasciato un biglietto in cui ha scritto chiaramente che si uccideva e che desiderava donare gli organi.
Il caso Rigato era scoppiato alla fine dell’inverno 2022, quando diversi suoi clienti hanno iniziato a chiedere conto dei risparmi che gli avevano affidato perché gli investisse. Ma di quel denaro non c’era più traccia e poco dopo anche Rigato diventa “uccel di bosco”. A primavera, dopo che diversi suoi clienti avevano sporto denuncia, il broker finisce nel registro degli indagati in Procura a Venezia. Poco dopo, capita lo stesso al suo socio di Rovigo. Quest’ultimo attualmente è indagato per una vicenda analoga anche a Milano.
Giovedì il tragico epilogo di una vicenda che per mesi e mesi è stata al centro delle cronache e delle preoccupazioni di centinaia di risparmiatori.
A scoprire il corpo senza vita sono stati i pompieri che sono entrati in casa ieri mattina con una scala dal terrazzo dell’abitazione. A chiedere il loro intervento sono stati i carabinieri di Vigonovo. I militari erano stati allertati dai parenti di Rigato che non riuscivano, da alcuni giorni a mettersi in contatto con il congiunto: non rispondeva al telefono e non apriva a chi suonava alla porta. I parenti hanno spiegato ai carabinieri di temere per la vita del congiunto.
I pompieri entrati nell’abitazione hanno scoperto il corpo privo di vita di Rigato. Sul posto a quel punto è stato chiesto dai carabinieri l’arrivo dei sanitari del Suem. Il medico del 118 ha visionato il cadavere e stabilito che la morte risaliva alla notte appena trascorsa. Tutti gli elementi raccolti dai sanitari e dai carabinieri della scientifica confermano un’unica ipotesi: suicidio. A rafforzare questa tesi anche il biglietto ritrovato non lontano dal corpo. La salma già venerdì sarà messa a disposizione dei famigliari per poter svolgere il funerale.
La notizia della sua morte ha fatto il giro del paese e pochi in pochi minuti dopo in paese non si parlava d’altro. Tanti i commenti, alcuni non proprio benevoli, sulla morte del discusso ex broker che poi era stato anche allontanato dall’albo professionale in seguito alla vicenda. L’uomo aveva subito nel corso dei mesi diverse minacce. Gli erano state tagliate le gomme della sua auto, una Range Rover, mentre in più occasioni le finestre della sua abitazione erano state presi di mira, durante la notte, da lanci di sassi e pietre. Lui comunque non si era più fatto vedere in giro.
Il successo di Rigato e il repentino fallimento sono legati al fatto che prometteva guadagni stratosferici con investimenti in piattaforme di trading on line. Rigato, ex Banca Generali e IW Private Investments, aveva convinto numerosi investitori a depositare ingenti somme di denaro per effettuare presunti investimenti tramite la società “Ava Trade EU Ltd. C’è chi gli ha versato cifre oscillanti dai 300 mila fino ad arrivare ai 700 mila euro. Tutte persone della Riviera e del Piovese: da ex impiegati in pensione ad imprenditori.
La gran parte dei soldi che i risparmiatori hanno affidato al broker sono andati persi. In parte sono stati scialacquati da Rigato per fare la bella vita, in parte sono finiti in investimenti andati male. Investimenti clamorosamente sbagliati. Soldi che difficilmente i risparmiatori rivedranno. Si riferiscono ai versamenti di una cinquantina di risparmiatori che si sono rivolti alla Guardia di Finanza di Mirano e di un’altra quindicina che ha scelto di rivolgersi direttamente in Procura attraverso avvocati privati o dell’Associazione consumatori.
L’inchiesta ora non si ferma anche perché rimane il socio di Rigato, indagato pure lui per truffa. Ad oggi la cifra “evaporata” di cui si ha certezza si aggira sui 7 milioni di euro ed è riferita alle persone che hanno presentato denuncia. In realtà si suppone che la cifra sia ben superiore perché i truffati sarebbero più di 100. Ma del resto, come spesso accade in questi casi, non tutti denunciano di essere stati truffati. Chi per vergogna, chi perché teme che gli venga chiesta la provenienza del denaro. Spesso si tratta di denaro in nero.
Per il sindaco di Vigonovo, Luca Martello, «E’ un epilogo molto doloroso e triste. La vicenda ha visto purtroppo coinvolti anche nostri concittadini. Alcune persone che hanno perduto i soldi le conosciamo personalmente. Non giudico il gesto compiuto da Rigato ma questa vicenda lascia molti interrogativi. Mi auguro che nel futuro si possa fare chiarezza su tutto quello che è successo».
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