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«Mose, barriere completate entro il 2023», ma per il piano Europa bisogna aspettare

Le mitigazioni saranno concluse alla fine del 2025. Molte luci e qualche ombra nell’ultima relazione della Corte dei Conti

Roberta De Rossi
2 minuti di lettura

Sistema Mose è realizzato al 95%, ma già stabilmente operativo, seppur in modalità provvisoria. E se il completamento delle barriere è per ora confermato al dicembre 2023, è a fine 2025 che l’ultimo cronoprogramma fissa l’ultimazione anche di tutti gli interventi di mitigazione ambientale previsti dal progetto.

Criticità ridotte, ma persistenti

La Sezione centrale di Controllo della Corte dei Conti ha depositato la sua ultima relazione sullo stato di avanzamento della realizzazione del Mose e - seppur concludendola con sei ferree “raccomandazioni” - segnala la «presa d’atto del progressivo ridimensionamento delle criticità emerse dal precedente controllo».

Tra le indicazioni date: attenzione massima alla manutenzione delle paratoie; e il sostegno al progetto per dare al Mose un’alimentazione fotovoltaica, meno “energivora” e più green.

«Ha già protetto più volte venezia»

«Le difficoltà tecniche, economiche, di impatto ambientale e giudiziarie legate alla realizzazione del Mose nel corso degli anni non hanno impedito comunque il suo funzionamento e, sebbene in operatività provvisoria, il Mose ha protetto più volte la città lagunare dall’acqua alta, con una percentuale di realizzazione che, a giugno 2022, ha raggiunto il 95%», scrivono i giudici contabili, nella nota di accompagnamento alla delibera 35/2023 inviata al ministero delle Infrastrutture e trasporti e al commissario straordinario.

Dal 3 ottobre 2020, il Mose è entrato in funzione 55 volte per proteggere la città dalle acque alte. Più i sollevamenti tecnici.

Tra i punti positivi, anche la messa in sicurezza della Basilica di San Marco.

Vigilare sulla fine dei lavori

Detto del “bene”, la relazione conferma anche una serie di “alert”, che ruotano attorno al tema: conclusione delle opere e manutenzione.

Accettata come giustificazione dello slittamento dal 2021 a dicembre 2023 della conclusione del Mose, causa Covid e la controversia giudiziaria per evitare il fallimento del Consorzio Venezia Nuova, ora la Sezione torna a premere per evitare altri ritardi: restano da ultimare - elenca - il sistema di automazione delle barriere, gli impianti, l’operatività della control room, le opere architettoniche e paesaggisti e quelle ambientali collaterali previste dal “Piano Europa” e da affidare la manutenzione.

In attesa che l’Autorità per la laguna di Venezia (istituita dalle legge 126/2020) prenda finalmente corpo, la prima preoccupazione dei giudici contabili è invitare «il ministero a proseguire nell’attuale collaborazione istituzionale (Tavolo tecnico per Venezia), affinché le attività previste per il completamento del Mose vengano rapidamente approvate ed avviate», evitando «l’eccessiva frammentazione dei lavori» e perseguendo «chiarezza e trasparenza».

E niente più ritardi: «Si segnala all’Amministrazione la necessità di vigilare affinché il Sistema delle dighe possa definitivamente essere completato e collaudato», come da cronoprogramma, raccomandando «il puntuale riscontro rispetto alla consegna di ogni singolo intervento, per dotare la collettività di uno strumento di difesa dalle acque alte che possa operare in modalità “ordinaria” non più “provvisoria».

Un faro sulle manutenzioni

Ricordato che «per mantenere in efficienza tutti i sistemi che garantiscono l’operatività delle barriere sono previsti sollevamenti programmati ogni 45 giorni circa», la sezione «invita a porre in atto tutte le misure necessarie ad assicurare la manutenzione dell’impianto affinché possa essere consegnato al futuro organismo gestore in perfette condizioni di operatività».

Si sottolinea la necessità di prevenire eventuali fenomeni corrosivi dell’opera, chiedendo «verifiche periodiche sullo stato dei luoghi, per provvedere rapidamente al superamento di eventuali criticità».

Ogni paratoia (e cerniera) deve essere sottoposta a manutenzione ordinaria ogni 5 anni e straordinaria ogni 10: due paratoie devono essere sempre pronte per le sostituzioni.

Obiettivo finale: Mose più green

«Il Mose è un’opera estremamente “energivora”, sia nella fase di sollevamento delle paratoie sia nel funzionamento degli impianti», osservano i magistrati, che danno così il via libera all’annunciato progetto «energetico migliorativo, non previsto dal progetto originario, finalizzato alla realizzazione di un impianto fotovoltaico».

Progetto del quale ancora poco si sa nei dettagli e del quale la Sezione chiede «una tempestiva analisi affinché il Sistema delle dighe possa essere il più possibile green e indipendente da fonti energetiche tradizionali».

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