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Tassa sui decolli. Zaccariotto: «Save vergognosa». La società attende il giudizio di merito. Brugnaro: «Non mi diverto»

L’assessora del Comune di Venezia alimenta il botta e risposta dopo l’ordinanza. Il sindaco: «Faccio l’interesse della città»

EUGENIO PENDOLINI
Aggiornato alle 2 minuti di lettura
Francesca Zaccariotto, assessore di Fratelli d’Italia con delega ai Lavori pubblici 

Tra Comune e Save l’ascia di guerra sembra tutt’altro che seppellita. Dopo la mano tesa del sindaco Brugnaro e dell’assessore Michele Zuin, parole di fuoco vengono invece pronunciate dall’assessora ai lavori pubblici, ed ex sindaco di San Donà, Francesca Zaccariotto.

Strascichi destinati ad alimentare lo scontro dopo il primo round sancito dal Tar Veneto che ha respinto la richiesta di sospensione avanzata dalla società che gestisce l’aeroporto Marco Polo della tassa d’imbarco da 2,50 euro per i passeggeri dello scalo.

La stoccata dell’assessora

«Vergogna». Scritto a caratteri cubitali. Inizia così la dura presa di posizione affidata a facebook. «Il Comune ha avuto ragione, giustamente, perché il turismo porta non solo ricchezza (a molti ) ma ha anche un costo per la città e per tutti i cittadini. Vergognosa la difesa / proposta di Save: aumentate l’Irpef ai cittadini di Venezia. Io, all’opposto, aumenterei le tasse su chi fa profitti milionari».

Il riferimento, nemmeno troppo velato, è alla proposta avanzata da Save nello scorso febbraio, quando la battaglia legale era agli albori.

All’epoca, infatti, in una nota la società aeroportuale aveva stigmatizzato il fatto che il Comune non avesse preso in considerazione «riduzioni delle spese» o un’altra opzione prevista dal decreto: l’aumento dell’addizionale Irpef di 0,4 punti, «misure ben più ragionevoli perché avrebbero fatto carico ai cittadini veneziani del disavanzo della loro città», invece di «una misura oltremodo squilibrata e gravosa per i passeggeri dell’aeroporto Marco Polo, che nel 96% dei casi non sono veneziani e per il 53% non hanno Venezia come destinazione, senza alcun collegamento con il ripiano del disavanzo del Comune».

Save: «Attendiamo la decisione del Tar»

Save è tornata a parlare. E lo ha fatto, da Treviso, con l’amministratore delegato Monica Scarpa: «Il Tar ha emesso un’ordinanza in cui dice che siccome non ravvede una situazione in cui non ci sono pericoli, ha rimandato la decisione al merito.

È tutto ancora rimandato, è stata respinta la cautelare che è l’udienza che si fa in termini preliminari per sospendere prima di decidere. Staremo a vedere. C’è ancora tempo, noi comunque siamo fiduciosi che il tribunale decida in maniera corretta».

Brugnaro: «Non mi diverto»

Lo stesso ha fatto anche il sindaco Luigi Brugnaro, a Venezia per l’arrivo della presidente della Commissione europea, Ursula von Der Leyen.

«Non mi rallegra, non mi diverto», le parole del sindaco a proposito della tassa, «ma se non l’avessi fatta, il governo mi avrebbe detto che non stavo adempiendo alle cose che potevamo fare. Poi c’è un’altra questione: mi dispiace non posso preavvisare che faccio certe cose, sono un pubblico ufficiale, nella veste di sindaco non guardo in faccia alle persone che stimo, come il presidente Marchi.

Si è arrabbiato, giustamente, ma io devo fare l’interesse dei cittadini. Spero di no, ma penso che faranno ricorso: deciderà il tribunale. Io davanti alla città dico che abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare».

Nelle parole del sindaco Brugnaro si intravvede, all’orizzonte, uno scontro legale ancora lontano dall’essere concluso. Era stata la stessa Save, del resto, a spiegare che la società si riservava «ogni iniziativa a tutela degli interessi dello scalo compreso l’appello al Consiglio di Stato avverso l’ordinanza del Tar».

Il Pd: «Come saranno usate queste risorse?»

Sulla vicenda interviene anche l’opposizione in consiglio comunale, con il capogruppo Partito democratico Giuseppe Saccà che sottolinea la necessità che le imposte riscosse sul territorio restino, poi, effettivamente sul territorio.

«La specialità di Venezia richiede finanziamenti certi e continuativi», dice Saccà, «la soluzione sta nello strutturare un sistema di federalismo fiscale nel quale parte dalle imposte che già oggi vengono riscosse nel territorio veneziano qui rimangano. Intanto l’aeroporto di Venezia, che proprio in questi giorni sta presentando un master plan che immagina un raddoppio dei passeggeri e deve ancora realizzare molte opere di compensazione previste dal precedente master plan, può contribuire a finanziare politiche per la Città.

Ma come saranno impiegate queste risorse aggiuntive? Chiediamo infine che venga aperto quanto prima un confronto con il sindaco. In cima alla nostra agenda ci sono tre parole chiave: residenza, lavoro, ambiente».

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