A Meolo il funerale di Max Benetton, il campione di canoa freestyle morto in valle Aurina
Chiesa gremita per l’addio. In tantissimi sono rimasti sul sagrato della chiesa oppure si sono accomodati sulle sedie posizionate all’esterno della navata laterale, sul piazzale in sassi della chiesa
Troppo piccola la chiesa di San Girolamo, nella frazione di Losson (Meolo), per ospitare amici e parenti che si sono dati appuntamento, sabato 27 maggio, per l’ultimo saluto a Massimo Benetton, il campionissimo di canoa freestyle che ha perso la vita durante una discesa in kayak lungo il torrente Aurino, in Alta Pusteria.
In tantissimi sono rimasti sul sagrato della chiesa oppure si sono accomodati sulle sedie posizionate all’esterno della navata laterale, sul piazzale in sassi della chiesa.
«La tempesta che infrange le onde, l’urlo che apre le nubi, la forza di un uomo. Un uomo grande che non si è mai fermato», questo il messaggio affidato dai familiari.
In chiesa e sul sagrato esterno, gremito, c’erano i tanti amici di Max. A iniziare dai soci del Kayak Treviso, a cui Max era iscritto e che hanno portato il feretro a spalla fuori dalla chiesa.

Sulla bara è stata posata la sua maglia del Kayak Treviso, che poi il figlio Leonardo ha voluto indossare. All’esterno sono stati letti una serie di messaggi, dei familiari e dei compagni di canoa.
La nipote Jessica: «Hai fatto in 50 anni ciò che cinque uomini non riescono a fare in un vita. In questi giorni hanno chiamato da tutto il mondo per starci vicino. Ti facevi volere bene da tutti con la tua energia positiva, te ne sei andato con la tua passione come avresti voluto tu».

«Amava la natura che ha cercato sempre, di lui rimarranno il sorriso, la serenità con cui viveva, la geniale capacità con cui costruiva le cose. Massimo ha vissuto la vita a pieno, come voleva lui», ha aggiunto il compagno di discesa Ludovico Sartor.
E poi il figlio Leonardo che ha ricordato degli aneddoti di vita con il padre, l’ex moglie Rosalba, l’amico che Max aveva salvato durante una discesa e i compagni di tante avventure: «Max era un artista della canoa. Grazie di tutto Max», salutato da con un lunghissimo applauso.
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