Veneto, edilizia popolare vicina al crac. Oltre 8 mila famiglie in attesa di una casa
Il report delle aziende Ater: in tutte le province ci sono quasi 6 mila case sfitte. Ostanel: «Rivedere la norma dello 0,4% destinato alla Regione»
Enrico Ferro
Una recente protesta per richiamare l'attenzione sull'emergenza abitativa in Veneto
In Veneto ci sono 8.668 famiglie in attesa di un alloggio popolare ma ci sono anche 5.963 case sfitte, inutilizzate e in parte anche inutilizzabili. È la radiografia del patrimonio regionale di edilizia popolare. Un’analisi comparativa, per la prima volta, è stata portata ieri in II Commissione. «La condizione del patrimonio di alloggi Ater nel Veneto è preoccupante», denuncia Elena Ostanel, consigliera regionale del gruppo “Il Veneto che vogliamo”, che su questo tema ci ha messo anima e corpo.
L’analisi
«Abbiamo troppi alloggi sfitti, quasi il 20%, e uno stato di manutenzione da mettersi le mani sui capelli. Serve un cambio di passo immediato, e la necessità assoluta di reperire maggiori risorse». Sì, ma come? Elena Ostanel ha un’idea anche per questo.
«Bisogna rivedere la norma che oggi fa andare lo 0,4% del valore locativo degli immobili di proprietà Ater e Comune nel bilancio regionale, senza che venga reinvestito sulla casa pubblica. Un adeguamento contabile che, se passasse, varrebbe circa 5 milioni di euro: soldi che verrebbero messi a disposizione delle Ater e non resterebbero in pancia alla Regione, che adesso li può quindi usare per altri scopi. Sono finanze che arrivano dal patrimonio immobiliare, ed è giusto che lì vengano spesi. I presidenti Ater che ho interpellato si sono trovati d’accordo».
C’è dunque questo flusso di denaro derivante dalle case popolari che, per una vecchia norma, confluisce (e si perde) nelle casse della Regione.
I numeri
Ater in Veneto ha 40.958 alloggi gestiti, 7.852 interessati da interventi di manutenzione per un totale di 22 milioni di euro e morosità per 16 milioni di euro. Questi sono i numeri, poi c’è la congiuntura economica che ha ulteriormente accentuato l’emergenza abitativa.
«A dicembre il Consiglio ha approvato all’unanimità la mia mozione che impegnava la giunta Zaia a compiere questo passo, ma la Regione si è ben guardata dal farlo» evidenzia Ostanel. «Forse perché questi soldi li spende in altro, senza restituirli per la politica edilizia? Quest’anno ormai tutte le Ater hanno già versato il loro 0,4%, quindi il mio impegno si sposta necessariamente al prossimo bilancio».
Quadro allarmante
I dati raccolti restituiscono un quadro allarmante. Ci sono troppi alloggi sfitti e troppe famiglie in attesa trovare una casa. Ci sono 2.500 famiglie a Vicenza, oltre duemila a Verona, 1.300 a Padova e 1.200 a Venezia. Cifre che confermano la carenza di offerta abitativa nelle nostre città.
«A fronte di una domanda così alta, perché tanti alloggi pubblici restano vuoti?», chiede la consigliera regionale. «La risposta la troviamo nelle cattive condizioni di manutenzione delle case Ater. A Padova, Venezia e Vicenza l’80% degli alloggi ha bisogno di opere di manutenzione ordinaria o straordinaria. Nelle altre province siamo comunque oltre il 60%, con la necessità di ristrutturare gli edifici e di aggiornarne gli impianti, che è la grande preoccupazione delle nostre Ater. Praticamente tutte, nel dossier presentato in Commissione, hanno osservato che il patrimonio immobiliare pubblico non è, per qualità e numero di alloggi, sufficiente a far fronte alla domanda delle persone in difficoltà economica e che, oltre a sistemare gli alloggi gestiti, ne vanno anche acquistati di nuovi».
Congiuntura negativa
La crisi economica e occupazionale degli ultimi anni ha inciso pesantemente in questa dinamica sociale. Poi è arrivato il Covid e ha peggiorato ulteriormente le cose. Ci sono migliaia di sfratti programmati in tutte le province, per inquilini morosi o in stato di indigenza. La soluzione potrebbe essere proprio l’edilizia popolare, che però si trova proprio in forma smagliante.
«Servono risorse e serve la volontà politica di trovarle» chiude Ostanel «e di usarle per le politiche abitative, in questo caso l’adeguamento del patrimonio Ater. Vediamo se questa mia domanda all’assessore al Bilancio Corazzari troverà una qualche risposta da parte sua». Il dibattito sarà dunque in consiglio regionale.
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