San Donà, Il sindaco Teso prenderà la tessera di FdI
Dopo le elezioni conto alla rovescia per il primo Consiglio, toto-nomi sugli assessori. L’autocritica del centrosinistra
Giovanni Cagnassi
Notificata la proclamazione ufficiale, Alberto Teso ha indossato venerdì 19 maggio mattina la fascia tricolore ed è sindaco di San Donà. Dovrà convocare il primo Consiglio comunale entro 10 giorni dalla proclamazione. Nei successivi dieci dovrà svolgersi il primo Consiglio e la giunta dovrà essere formata entro la prima convocazione.
Sulla giunta non trapelano indiscrezioni. Alla Lega spetta il vice sindaco e potrebbe essere Giuliano Fogliani. Circola il nome della giovane Margherita Michelin, ma come assessore, e il farmacista Augusto Quintavalle.
Le quote rosa impongono tre donne e quindi anche Lucia Camata per SìAmo San Donà. La soluzione sarebbe Elisa Pierobon per la lista di Gianluca Forcolin che, però, da più votato in assoluto, resterebbe soltanto in Consiglio. A FdI due assessori. La scelta è tra Simone Cereser, Stefano Ferraro, ma anche Massimiliano Rizzello per l’impegno nei 5 anni di capogruppo. Questo per una giunta a 6, ma un’ipotetica giunta a 7 assessori aprirebbe a nuovi equilibri.
Intanto, il sindaco Teso, che si è presentato come trasversale, ha confermato la prossima iscrizione a Fratelli d’Italia davanti al coordinatore provinciale Lucas Pavanetto. FdI avrà così sindaco e due assessori e probabilmente non chiederà la presidenza del Consiglio anche se con il 29 per cento dei voti e 8 consiglieri può accadere di tutto.
«Sono a disposizione di Alberto», ha detto Stefano Ferraro alla cerimonia in municipio, «che conosco dai tempi del liceo classico. Ringrazio Fratelli d’Italia per l’opportunità che mi ha dato di candidarmi e mi metto a disposizione per un assessorato oppure per la presidenza del consiglio secondo le decisioni che prenderà il sindaco nel creare la sua squadra».
Il centrosinistra
Nella sinistra siamo al momento delle analisi del voto. Il segretario del Pd del Veneto orientale Enrico Franchin, è obiettivo. «Le sconfitte di San Donà e San Stino di Livenza», dice, «pesano sugli equilibri del Veneto Orientale. Abbiamo schierato in campo due tra le migliori figure del nostro territorio accompagnati da candidati e consiglieri motivati e preparati, sono certo che gli eletti dei partiti e i civici del centrosinistra sapranno fare opposizione costruttiva nei banchi del Consiglio e nelle piazze per fare crescere queste due città. Ora la mente va al 2024, quando voteranno 10 comuni nel Veneto Orientale: Portogruaro, Annone Veneto, Ceggia, Cinto Caomaggiore, Concordia Sagittaria, Fossalta di Piave, Fossalta di Portogruaro, Gruaro, Meolo e Teglio Veneto. L’anno prossimo si decideranno le sorti del territorio e degli equilibri in conferenza dei sindaci e conferenza dei sindaci sanità». «Non credo», conclude Franchin, «che l’unità strategica elettorale della destra possa durare molto e vedo già i primi litigi, nei comuni in cui governano, che possono portare a una situazione simile a quella di Portogruaro e rischiano di minare le due conferenze e le progettualità di area vasta».
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