In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

A Venezia tutta la grandezza di Carpaccio: dipinti e disegni in mostra a Palazzo Ducale

Dal 18 marzo al 18 giugno un percorso ricchissimo, una ricostruzione affascinante, un narratore senza pari finalmente celebrato come merita

Enrico Tantucci
Aggiornato alle 3 minuti di lettura
“Caccia in valle” (particolare) del Carpaccio 

Il realismo magico della Venezia di Vittore Carpaccio. A sessant’anni dalla mostra tenuta a Palazzo Ducale e curata da Pietro Zampetti, è un grande ritorno in laguna per il più grande narratore della pittura rinascimentale veneziana l’esposizione che si apre oggi 18 marzo (e fino al 18 giugno) nello stesso luogo a Venezia e che rappresenta un’occasione fondamentale per la rivalutazione di un artista finora meno celebrato di quanto meriti, dopo la prima riscoperta da parte di John Ruskin, in epoca vittoriana.

La retrospettiva a Washington

Tanto che, incredibilmente, la tappa espositiva alla National Gallery di Washington che l’ha preceduta di qualche mese – in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia – è stata la prima grande retrospettiva mai dedicata fuori dall’Italia al pittore veneziano celebre anche per i suoi straordinari cicli narrativi, da quello delle Storie di Sant’Orsola a quello della Scuola di San Giorgio degli Schiavoni.

Ora la mostra del Ducale – curata come quella di Washington da Peter Humfrey, studioso di fama internazionale della pittura veneziana del XV e XVI secolo e professore emerito di storia dell’arte all’Università di St Andrews, in Scozia, in collaborazione con Andrea Bellieni, direttore del Museo Correr e Gretchen Hirschauer, curatrice della pittura italiana e spagnola alla National Gallery of Art – presenta settanta opere di Carpaccio: 42 dipinti e 28 disegni. Un’esposizione che rilegge la sua opera anche alla luce di restauri e scoperte recenti, mettendo in evidenza, tra gli altri aspetti, la straordinaria qualità dell’artista come disegnatore, con un corpus di grafica che non a caso è il maggiore a noi pervenuto di un interprete veneziano del suo tempo. Studi preparatori per i grandi cicli pittorici narrativi, ma anche schizzi raffinatissimi, di teste, di pose, di particolari figurativi che sono opere d’arte in sé.

L’opera riunita

Uno dei momenti-clou della mostra è certamente la ricomposizione visiva dell’unità pittorica di due celebri dipinti di Carpaccio: le “Due dame veneziane” conservate al Correr e la “Caccia in valle”, oggi al Getty Museum di Los Angeles.

"Due Dame", opera di Carpaccio esposta a Palazzo Ducale 

Un pittore unico, al di là dei tanti possibili maestri. Dai fratelli Bellini, Giovanni e Gentile, di cui fu allievo. Alle possibili influenze – citate anche ieri dal sottosegretario al ministero della Cultura Vittorio Sgarbi, che ha preso parte alla presentazione della mostra – di Mantegna, Durer, Antonello da Messina, Perugino, in occasione dei loro passaggi a Venezia nei suoi primi anni di attività. Paragonato a un surrealista ante litteram – dallo stesso Sgarbi e da Gabriella Belli, già direttrice della Fondazione Musei, che questa mostra ha fortemente voluto – per la capacità di riproporre nei suo grandi teleri narrativi una Venezia del tempo precisissima e accurata e, nello stesso tempo, da lui reinventata nelle architetture, nei paesaggi, negli stessi tessuti di cui sono rivestiti i suoi protagonisti.

Una Venezia sognata nella sua perfezione stilistica urbana, nella sospensione della sua pittura che la rende, davvero, fuori del tempo.

Una parata di capolavori

Ma la mostra è naturalmente anche una straordinaria parata di capolavori di Carpaccio attraverso le varie declinazioni della sua pittura, un’analisi comparativa delle opere di tema religioso, accanto ai dipinti più profani e di genere.

Partendo dalle opere giovanili, poco prima del 1490, con la “Madonna con bambino” che era nei depositi del Correr e che è stata riattribuita all’artista solo una decina d’anni fa con la scoperta della sua firma. Fino ai due profeti Geremia e Zaccaria del 1522, provenienti dalla cattedrale dell’Assunzione e di San Nazario a Capodistria. Impossibile, naturalmente, citarle tutte.

Ma straordinaria è ad esempio la “Madonna col Bambino e San Giovannino” (da Francoforte) con il piccolo Gesù vestito con abiti preziosi e un lussuoso cappello, come un rampollo di una ricca famiglia borghese veneziana. O, ancora, l’incanto di “L’ambasciata di Ippolita, regina delle Amazzoni, a Teseo re di Atene”, che immerge l’episodio tra storia e mitologia in un’atmosfera naturale raffinata ed elegante che richiama quella delle corti italiane di fine Quattrocento.

Oppure l’altra stupenda “Madonna con il Bambino” (da Washington) anche per la meraviglia del paesaggio naturale in cui la rappresentazione è immersa. Senza dimenticare un altro dipinto straordinario come “La Meditazione sulla Passione” – oggi al Metropolitan di New York – che raffigura il cadavere di Cristo adagiato su un trono spezzato in un cupo commento alla vita e alla morte.

Molte delle opere esposte provengono naturalmente da Venezia, tra le quali ad esempio il celeberrimo “San Giorgio e il drago” conservato nell’Abbazia di San Giorgio Maggiore.

 I luoghi del Carpaccio

La mostra offre anche un percorso allargato ai grandi luoghi carpacceschi in città. Dalle Gallerie dell’Accademia che conservano l’intero ciclo delle Storie di Sant’Orsola – purtroppo però non visibile per i restauri in corso – e altri capolavori dell’artista, alla Scuola Dalmata di San Giorgio degli Schiavoni, che ospita il ciclo appena restaurato dei nove teleri superstiti raffiguranti episodi della vita dei Santi Giorgio, Girolamo e Trifone.

Accompagna la mostra un denso catalogo Marsilio che ne è ideale complemento.

I commenti dei lettori