Ragazza guarita a Mestre dall’infezione alla testa con la terapia a base di fagi
Il caso: dopo quattro anni di cure con gli antibiotici provata la cura naturale e ora la situazione sta migliorando. La madre: «Speriamo che questa metodologia venga presto riconosciuta»
Alberto Vitucci
Alice, 25 anni, colpita per 4 anni da unìinfezione alla testa resistente agli antibiotici. A destra il medico che l'ha curata con i fagi, il dottor Alfonso Recordare dell'Ospedale all'Angelo di Mestre
Quattro anni di antibiotici somministrati ogni giorno non avevano prodotto risultati.
L’infezione persisteva. Poi un giorno la scoperta di una cura semplice, ma non ancora certificata in Italia. E la ragazza è guarita. E’ una bella storia di Natale quella che interessa Alice, una ragazza di 25 anni nata a Treviso e residente in provincia di Venezia. Un calvario che adesso sembra finito, e una speranza che si riaccende.
La paura e il miglioramento: ecco come
La cura è una cura naturale a base di fagi, virus batteriofagi innocui per l’organismo, perché colpiscono soltanto l’obiettivo e non provocano reazioni allergiche o effetti collaterali.
«E’ un miracolo, non ci credevamo», commenta felice la signora Cristina, la mamma di Alice, «siamo prudenti ma adesso la ragazza sta bene, questo è un fatto. Per quattro anni prendeva antibiotici tre volte al giorno. Ora la situazione è sotto controllo, la setticemia non c’è più».
«Eravamo molto preoccupati perché l’infezione era in una posizione delicata, in testa. E dava effetti negativi a tutto. I miglioramenti li vediamo. E siamo felici. Non possiamo che ringraziare questi medici».
La scoperta per caso
Cosa è successo? «A un certo punto», racconta la signora, «siamo venuti a conoscenza di questa nuova terapia. Quasi per caso, ascoltando una trasmissione per radio. Ci siamo informati con il nostro virologo a Treviso, il dottor Piergiorgio Scotton, primario delle Malattie Infettive, che ci ha suggerito il nome di un chirurgo esperto in questo campo, il dottor Alfonso Recordare dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre.»
«Lui ha appreso la tecnica operando all’estero, all’ospedale di Tiblisi in Georgia. Abbiamo cominciato il ciclo e adesso i risultati si vedono. Speriamo che questa cura venga riconosciuta presto dalle autorità italiane. Così si possono salvare molte vite».
Cura ancora a livello sperimentale
Cura ancora a livello sperimentale, pur se utilizzata da anni, che dovrà essere ora riconosciuta dall’Aifa e dall’Istituto Superiore di Sanità. Gli studi sul campo non sono molti, le case farmaceutiche puntano molto su altri farmaci più diffusi e redditizi.
«Bisogna essere prudenti, la terapia va studiata e indagata», dicono i virologi. Questo spiega la prudenza dei sanitari interessati, che non vogliono rilasciare interviste. Ma il risultato in questo caso è indiscutibile.
E Alice ha recuperato la speranza. La terapia a base di fagi venne introdotta all’inizio del Novecento da un medico francese per curare i casi diffusi di dissenteria, poi abbandonata dopo la scoperta della penicillina.
I batteri sempre più resistenti
Adesso ripresa soprattutto in alcuni paesi come la Georgia, per curare i batteri resistenti agli antibiotici. La maggior parte delle infezioni contratte negli ospedali che possono attaccare anche organi vitali come l’aorta, il cervello, i polmoni, non sono più sensibili agli antibiotici di prima fascia, peraltro molto costosi.
Si tratta del 95 per cento degli stafilococchi esistenti, che ormai si sono adattati all’antibiotico.
Ecco allora il nuovo modo di attaccare direttamente il responsabile dell’infezione con una terapia mirata e soprattutto naturale, che non intossica l’organismo e non dà alcun rischio.
«Un prodotto presente in natura e nell’uomo, non di sintesi chimica», dicono gli esperti. Oggi le “coltivazioni” di fagi non sono autorizzate e il prodotto arriva dagli ospedali stranieri. Ma molti passi avanti si stanno facendo
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