Il maltempo sul litorale veneziano: «Spiaggia scomparsa, fango dappertutto e una montagna di detriti»
Le testimonianze degli operatori di Sottomarina e Isola verde: «Servirà almeno un mese di lavoro per ripristinare l’arenile, un disastro mai visto. Nello stabilimento sembrava di essere in mezzo al mare»
Elisabetta B. Anzoletti
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Una distesa di acqua e fango al posto della sabbia. Sono gli stessi operatori balneari, con stivaloni e badili in mano, a raccontare dall’interno dei loro stabilimenti devastati dalla marea eccezionale di martedì cosa hanno trovato al loro arrivo sulla spiaggia. Nessuno staccato, nessuna rete, né passerelle o pedane. Solo acqua a perdita d’occhio. Uno scenario mai visto negli ultimi 30 anni.
La marea, con la punta massima alle 11 di martedì con 173 centimetri sul medio mare e 191 alla diga nord, sospinta anche dalla bora ha sommerso tutto il litorale, senza distinzione.
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Tutti gli 11 chilometri di costa, dalla diga nord alla foce dell’Adige a Isola Verde, sono rimasti in balia della forza del mare che è penetrato in alcuni punti anche per 200 metri. Un disastro ben raccontato dalle foto e dai video che da martedì girano su tutti i social e che il sindaco Mauro Armelao ha spedito anche al presidente del Veneto Luca Zaia per dare concretezza alla richiesta dello stato di crisi inoltrato già martedì. Esaurita la burrasca nella nottata, ieri mattina tutti gli operatori erano in spiaggia per iniziare il lungo lavoro di ripristino.
«Non riusciamo nemmeno a entrare, c’è fango ovunque», spiega Andrea Crepaldi, titolare della Spiaia di Isola Verde, «nemmeno capiamo cosa troveremo sotto questo acquitrino perché al momento della spiaggia non si vede nulla. Il mare ha superato persino il cordone dunoso e i sentieri pedonali arrivando alla strada. Non era mai successo. Le barriere che noi sistemiamo a fine stagione hanno il duplice scopo di salvaguardare le nostre attività, ma anche di proteggere le dune e i sentieri alle spalle, come ultimo baluardo prima del paese, dato che siamo in discesa.
«Questa volta nulla è servito. Il mare ha sbaragliato tutto, è entrato e è arrivato in pratica sulla strada. Il corpo forestale è stato in sopralluogo per verificare i danni alle dune perchè si tratta prima di tutto un disastro ambientale. Nemmeno con la mareggiata eccezionale del 2019 abbiamo visto un tale disastro. Oggi (ieri ndr) l’acqua sta pian piano ritirandosi e noi stiamo spalando fango… Chissà cosa troveremo strada facendo. Anche perché in alcuni punti di Isola Verde il mare ha scavato, ma da noi che siamo di fronte ai pennelli della diga ha portato giù anche montagne di detriti, quindi abbiamo acqua e rifiuti da togliere. La nostra unica speranza è che davvero a febbraio partano i lavori strutturali del Genio civile previsti da anni per mettere fine alle conseguenze delle mareggiate».
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Stabilimenti devastati dalla mareggiata
Al punto opposto del litorale, vicino alla diga nord, la situazione è del tutto simile. Gli stabilimenti da Gigetto, Tropical, Zanzibar, Cayo Blanco sono stati colpiti pesantemente dal mare.
«In trent’anni non ho mai visto una cosa del genere», racconta Andrea Bacci, titolare del camping Tropical, «in questa zona abbiamo avuto una mareggiata violenta nel 2012, ma non a questi livelli, mentre nel 2019 proprio non siamo stati coinvolti. Quando sono entrato la mattina del 22 c’era acqua ovunque, come se stessi camminando in mezzo al mare. Avevo gli stivaloni al ginocchio, ma l’acqua entrava lo stesso. Un fiume in piena. Le onde hanno invaso la spiaggia, la zona campeggio e sono arrivate fino al parcheggio. La concessione di 200 metri era un’immensa distesa d’acqua. Per la conta dei danni attenderemo che l’acqua cali per capire cosa ha distrutto. Molti colleghi sanno già di frigoriferi e macchinari persi. Al di là dei danni materiali, ci sarà almeno un mese di lavoro per ripristinare la spiaggia».
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