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Paghe basse e tempi stretti per le navi «Così prospera il sistema Fincantieri»

Gli esiti della ricerca commissionata dalla Fiom, parte civile nell’inchiesta sul caporalato a Marghera: «Scelta doverosa»

eugenio pendolini
2 minuti di lettura
Operai delle ditte in appalto all'esterno di Fincantieri 

Delle migliaia e migliaia di ore di lavoro necessarie a costruire una nave da crociera, più dell’80% è svolto dai lavoratori di ditte in appalto. Quelli stessi lavoratori che costano alle ditte poco più della metà rispetto ai dipendenti interni di Fincantieri: tra i 17 e i 20 euro l’ora contro, in media, oltre 30 euro.

Il «sistema Fincantieri»

Sta nei numeri quello che secondo la Fiom-Cgil è il «sistema Fincantieri». Un sistema che secondo il sindacato «prospera scaricando i costi sui lavoratori degli appalti», con conseguenze pesantissime.

È (anche) sulla scorta della ricerca realizzata da Matteo Gaddi sulle dinamiche interne all’azienda a partecipazione statale che la Fiom (che nel 2018 aveva presentato un esposto in Procura) si è costituita parte civile nel procedimento sulla “paga globale” che vede sott’accusa 31 persone e 16 società indagate, in tutto.

Sotto inchiesta da parte del pm Giorgio Gava non più solo i titolari delle ditte in appalto – accusati di sottopagare senza né ferie né malattie, gli operai impegnati sui ponteggi delle navi in costruzione a Marghera – ma anche quindici tra manager e dipendenti di punta dell’azienda di Stato, accusati (a vario titolo) chi di sfruttamento del lavoro, chi anche (o solo) di “corruzione tra privati” per aver ricevuto soldi e regali, vacanze e televisori dalle ditte per affidare loro i lavori e “non vedere”.

Giovedì 24 in tribunale è in programma l’udienza preliminare.

Parte civile

«Costituirsi parte civile è stata per la Fiom Cgil del Veneto una scelta di campo doverosa», così Antonio Silvestri, segretario generale della Fiom Cgil Veneto. Un’importanza doppia, sottolinea invece Ugo Agiollo segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana, che va a braccetto con altre costituzioni come parte civile nei processi ad esempio sulle infiltrazioni ad Eraclea e sulla malavita al Tronchetto: «Situazioni di illegalità vengono pagate dal territorio. È importante che la parte sana di Fincantieri ora prenda le distanze da questa situazione».

«C’è una responsabilità morale per quello che succede all’interno di Fincantieri», gli fa eco Michele Valentini (segretario Fiom Venezia), «a fronte di mille lavoratori diretti, ci sono quasi cinquemila lavoratori in appalto- È un sistema grazie al quale Fincantieri prospera».

Gli appalti

Ed è proprio su questo sistema che si è concentrata la ricerca di Matteo Gaddi, ricercatore della Fiom del Veneto, commissionata proprio per analizzare la gestione degli appalti nel cantiere Fincantieri di Marghera.

Quello che è stato evidenziato dalla ricerca è l’esistenza di un “sistema Fincantieri” che punta al maggior risparmio possibile.

Le conclusioni della ricerca sottolineano come a farne le spese siano soprattutto i lavoratori in appalto che però coprono oltre l’80% delle ore lavorate all’interno dei cantieri, esclusi gli appalti in deroga.

Tempi e costi

Il sistema di organizzazione di Fincantieri e quindi il sistema degli appalti sarebbe strutturato in modo da arrivare ad una continua compressione dei tempi di lavoro e, quindi, dei costi del lavoro e questo determinerebbe, secondo le conclusioni del ricercatore, che gli stipendi orari e mensili dei lavoratori delle ditte in appalto arrivino ad essere circa la metà di quelli praticati in Fincantieri verso i lavoratori diretti.

Come non bastasse, in molti casi le ditte incaricate di compiere i lavori in appalto risultano avere un capitale sociale addirittura inferiore alla soglia minima dei 50 mila euro, o in altri casi sono incaricate aziende con un organico inferiore ai venti dipendenti. «In questi casi», conclude lo studio», appare molto difficile parlare di indotto qualificato». 

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