TAMBRE. Il padre si è fermato a leggere una tabella informativa ai margini del bosco e, quando si è girato, suo figlio di 9 anni non c’era più. Per cercare Francesco, il bambino di Mestre disperso in serata nella zona di Pian delle Laste a Col Indes, sopra Tambre, è scattata la mobilitazione generale dei soccorritori. Con vigili del fuoco, uomini del soccorso alpino, agenti di polizia, carabinieri, una unità cinofila e anche l’elicottero del Suem che ha sorvolato la zona per cercare qualche traccia del bimbo, sostituito a notte dal drone con i visori specifici per il buio.
Pochi gli elementi in mano ai soccorritori, che dopo aver allestito il campo base nella zona dell’agriturismo Monte Cavallo hanno iniziato, suddivisi in squadre, a battere tutta la zona. A piedi, in mezzo al bosco, ma anche lungo le strade che attraversano la zona, con i mezzi con i lampeggianti accesi per rendersi visibili anche al piccolo e aiutarlo magari a trovare la via per uscire dal bosco.
Finchè non si è fatto buio, la zona è stata sorvolata anche da un elicottero del Suem, senza risultato. In attesa dell'arrivo delle unità cinofile, i vigili del fuoco hanno impiegato per le perlustrazioni alcuni droni con termo-camera in grado di rilevare dall'alto, grazie alla differente scala cromatica rispetto alla vegetazione, il calore trasmesso dal corpo umano.
Il bambino è stato perso di vista in serata. Il padre ha iniziato a chiamarlo e a cercarlo tutto attorno, in quella zona con un grande prato e poi il margine del bosco. Niente da fare. Allora l’uomo, preoccupatissimo, è sceso fino all’agriturismo Monte Cavallo, dove ha chiesto se per caso avessero visto il figlio passare: forse aveva imboccato da solo la strada. Ma lì all’agriturismo il bambino non era arrivato. La situazione, a quel punto, è apparsa drammatica e il padre ha deciso di chiamare i soccorritori. Ha composto il “113”, l’operatore della centrale della questura di Belluno gli ha risposto e, raccolte le prime informazioni su quello che era successo, ha subito rilanciato l’allarme alle altre forze di soccorso.
Erano all’incirca le 19,45 e e la mobilitazione è stata immediata, per la giovanissima età dello scomparso e con la preoccupazione in più del buio che stava calando su tutta la zona. Con le squadre dei pompieri partite da Belluno si sono mossi subito i volontari locali, le forze dell’ordine, il soccorso alpino.
Solo i vigili del fuoco hanno messo in campo 23 pompieri permanenti del comando provinciale di Belluno – suddivisi in cinque squadre di ricerca – e 16 volontari dei distaccamenti di Belluno, Alpago e Longarone. Assieme a loro due “dronisti” per attivare le ricerche dall’alto con il drone e due esperti di topografia. Sul posto sono giunti anche i cani molecolari.
Le ricerche sono proseguite fino a tarda notte, concentrandosi anche nei pressi della casa in cui la famiglia trascorre le vacanze, in località Sant’Anna. Decine e decine di persone hanno chiamato affettuosamente Francesco, senza urlare ma con gentilezza come chiedeva la madre, per non farlo spaventare. Alle 2.30 un breve stop ai soccorritori inquadrati, mentre hanno proseguito alcuni amici di famiglia. Ma il campo base non si smobilita, il presidio è rimasto. SI riparte alle 6, con le prime luci del giorno.
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