Mogliano, il petroliere Miotto accusato di violenza sessuale aggravata: ora spuntano video e registrazioni
Due collaboratrici domestiche, una filippina di 36 anni e una cingalese di 41, denunciano di essere state costrette con la forza a offrire in diverse occasioni prestazioni sessuali
Matteo Marcon
MOGLIANO. Caso Miotto: oltre ai video spuntano anche le registrazioni. In attesa della risposta alla richiesta di rinvio a giudizio formulata dal sostituto procuratore del tribunale di Treviso, Barbara Sabattini, nei confronti dell’ottantenne Giancarlo Miotto, con l’accusa di violenza sessuale aggravata, l’eco mediatica di questa vicenda non si placa ed emergono nuove indiscrezioni. In vista di un eventuale dibattimento potrebbero diventare centrali le testimonianze audiovisive a disposizione dei legali.
È un fascicolo corposo, quello nel quale si ipotizza il grave reato commesso dal ricco petroliere moglianese nella sua villa lungo il Terraglio, nella frazione di Marocco. Due collaboratrici domestiche, una filippina di 36 anni e una cingalese di 41, affermano di essere state più volte vittime di atteggiamenti ambigui da parte del padrone di casa mentre lavoravano all’interno della villa. Denunciano di essere state costrette con la forza a offrire in diverse occasioni prestazioni sessuali. A questi racconti si aggiungono anche testimonianze video e chat.
Un ruolo decisivo, nel portare questi fatti all’attenzione della Procura di Treviso, che nella primavera del 2021 ha disposto l’arresto del ricco ex petroliere (la sua storica Miotto Generale Petroli è stata dichiarata fallita nei mesi scorsi), è stato svolto dall’ufficio vertenze della Cgil di Venezia al quale si erano rivolte le due lavoratrici. «In molti casi» ha dichiarato il responsabile del servizio Mirco Ferrarese «chi si rivolge a noi segnala pesanti vessazioni subite dai datori di lavoro. Denunciare è importante».
Da parte sua l’imprenditore, oggi ottantenne, si difende affermando che si è sempre trattato di rapporti consensuali. A testimonianza di questa versione dei fatti ci sarebbero anche altre registrazioni audio: dopo i diversi tentativi di rapina subiti negli anni, la casa di Miotto è dotata di un avanzato sistema di allarme e di videosorveglianza. Audio, filmati, chat: a finire nel fascicolo del caso Miotto e a determinare il giudizio finale potrebbero contribuire anche questi documenti, con i dialoghi intercorsi prima e dopo i rapporti sessuali, che secondo la difesa scagionerebbero l’imprenditore.
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