Studio per prevedere se il malato sarà grave, lieve o asintomatico
all’opera unipd, fondazione tes, usl 2 e avis di treviso
TREVISO
Poche gocce di sangue e un macchinario di ultima generazione per rivelare l’impronta del coronavirus. Grazie alla collaborazione tra Università di Padova, Fondazione Tes per la Biologia e la Medicina della Rigenerazione, Usl 2 e Avis Provinciale di Treviso, al Centro Trasfusionale dell’ospedale Ca’ Foncello è partito un innovativo progetto di ricerca che andrà a sondare la memoria immunologica di un gruppo di pazienti per comprendere il meccanismo per cui l’infezione da Covid non colpisce tutti allo stesso modo: può essere letale, grave, oppure lieve o addirittura asintomatica.
Per indagarne le cause all’ospedale di Treviso è arrivato lo strumento “BD Rhapsody”, acquistato da Fondazione Tes, mentre l’Avis Provinciale finanzierà i reagenti e l’Usl di Marca una borsa di studio per dare avvio alla ricerca. L’apparecchio andrà ad analizzare attraverso un prelievo di sangue il tipo di ricordo che il virus ha lasciato nelle cellule del paziente.
Il team di esperti selezionerà una decina di candidati «Sono previste tre tipologie di utenti: pazienti Covid, soggetti sani, unità di sangue cordonale ottenuto da donazioni di cordone ombelicale. L’impalcatura dello studio andrà a vedere che tipo di imprinting il virus ha lasciato nelle singole cellule e come queste hanno reagito» spiega Arianna Veronesi, direttore del Centro Trasfusionale trevigiano.
Dal campione ematico si passerà genotipizzazione del sistema hla degli antigeni dei partecipanti e allo studio su singola cellula effettuato con Rhapsody, andando a esaminare due sottotipi di globuli bianchi. «Tale tecnologia consentirà in modo efficiente e flessibile di studiare contemporaneamente sia le proteine di superficie che il profilo di espressione genica di monociti e linfociti NK prelevati da soggetti convalescenti e non. I dati ottenuti da questo studio multiparametrico saranno condivisi con la comunità scientifica per la definizione di nuove strategie di controllo dell’epidemia di Covid-19» annuncia la professoressa Rosa Di Liddo del dipartimento padovano di Scienze del Farmaco che porta avanti l’iniziativa insieme ai colleghi Andrea Porzionato e Raffaele De Caro.
L’Avis provinciale di Treviso finanzierà i costosi materiali di consumo, indispensabili per consentire la profilatura degli anticorpi finalizzata a migliorare la capacità di predire la malattia. «Un gesto concreto di solidarietà e vicinanza alle comunità» dice la presidente avisina Vanda Pradal con il sostegno di Avis Nazionale. Le informazioni raccolte saranno preziose per capire la ragione per cui alcune persone sono più predisposte e altre meno a combattere il coronavirus. «Potranno aprirsi nuove prospettive per affrontare la pandemia mondiale» ribadisce Pierpaolo Parnigotto, direttore scientifico di Tes. Un passaggio chiave per poter migliorare anche sul fronte delle terapie. —
R.T.
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