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In tremila accerchiano la Miteni

Sit-in dei comitati no Pfas a Trissino, la società: «Noi responsabili solo per l’1%»

di Nicola Cesaro
1 minuto di lettura

TRISSINO. Un’enorme catena di quasi tremila persone che ha simbolicamente accerchiato la proprietà della Miteni spa, l’industria di Trissino (VI) che è considerata storicamente tra le principali responsabili dell’inquinamento da Pfas – inquinanti perfluoroalchilici - nelle falde del Basso Veneto. È stato un colpo d’occhio notevole quello offerto ieri da “Difendiamo Madre Terra”, manifestazione organizzata dai comitati “no Pfas” delle province di Vicenza, Verona e Padova.

Centinaia di manifestanti si sono dati appuntamento della zona industriale vicentina, arrivando da quasi tutta la regione e portando con sé rappresentanze di associazioni come Greenpeace, Legambiente e Acqua Bene Comune che hanno allestito gazebo e punti informativi, distribuendo volantini, che poi sono stati appesi anche nella recinzione della Miteni. Per il Padovano erano presenti una settantina di persone del Comitato Zero Pfas Montagnana, l’unico Comune in area Rossa.

Di fronte all'ingresso dell'industria è stato allestito un palco che ha ospitato interventi di esperti, incontri ed eventi musicali. Su tutti la musicista americana Yael Deckelbaum, simbolo mondiale della lotta della madri per i diritti dei figli in territori di conflitto, dove l'acqua è ostaggio delle guerre: l'artista è arrivata da Boston. Si è celebrata anche una messa, presieduta da don Albino Bizzotto, da sempre vicino alla protesta. L’organizzazione dell’evento, che si è concluso tra fumogeni rossi e azzurri, è stata impeccabile, senza tensioni o incidenti. A poche ore dalla manifestazione si era fatta sentire anche la stessa Miteni, che con una nota aveva bollato il sit-in come «incomprensibile e fuorviante alla luce dei nuovi dati sull'inquinamento da Pfas. Si vuole accerchiare simbolicamente un'azienda che ormai da tempo, secondo i dati Arpav, contribuisce solo per l'1% alla presenza dei Pfas negli scarichi del collettore delle industrie della zona, mentre si lasciano fuori dalla catena umana i responsabili del rimanente 99%». Miteni ricorda come «le zone con maggiore contaminazione sono quelle in corrispondenza degli scarichi del collettore Arica, con epicentro in aree come Cologna Veneta o Arzignano dove la falda Miteni non arriva». «Miteni ha avuto un ruolo nel passato nella diffusione in ambiente dei Pfas; che non sia mai stata la sola però i dati oggi lo rivelano in modo esplicito. Questa proprietà ha affrontato con impegno anche il problema dell'eredità precedente con risultati importanti».

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