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Sanità, tre milioni in più per finanziare il sociale

La Regione porta a 21 milioni il fondo per i servizi a favore dei più deboli Sinigaglia (Pd): «La quota pro capite nelle Usl è stata finalmente messa a posto»

di Elisa Fais
2 minuti di lettura
VENEZIA. La Regione Veneto aumenta di tre milioni di euro le risorse per il sociale. Raggiunge i 21 milioni di euro il fondo destinato alla copertura delle spese sostenute nel 2017 per le attività e i servizi sociali e socio-sanitari. Dal 2012 era bloccato a 18 milioni di euro. Gran parte delle risorse sono state utilizzate per superare il cosiddetto criterio della “spesa storica”, per ridurre le disparità di finanziamento tra Usl. L’annuncio arriva da Claudio Sinigaglia, consigliere del Partito Democratico e vice presidente della Commissione sanità del Veneto.

«Finalmente un po’di giustizia» spiega Sinigaglia, «ora il riparto del fondo sociale è di 21 milioni di euro e la Giunta, su sollecito della Commissione, ha rivisto i criteri di erogazione che prima erano fortemente penalizzanti per alcune Usl, in particolare per Padova. La conferenza dei sindaci dell’Usl 6 Euganea, guidata da Alessandro Bisato, ha chiesto l’armonizzazione del riparto alla Commissione sanità. Ora la quota pro capite è stato aggiustata e solo l’Usl Dolomitica si differenzia in modo evidente, ma il tutto è giustificato per le caratteristiche del contesto geografico e per la difficoltà di organizzare i servizi territoriali». Il fondo fa funzionare il sistema integrato tra Usl e Comune che si trasforma in servizi per la disabilità, centri diurni o comunità residenziali, strutture per la salute mentale e case-alloggio, comunità di recupero per le dipendenze, ma anche attività dedicate ad anziani o minori.

Nel dettaglio il riparto pro capite è il seguente: Usl Dolomiti 6. 45 euro; Usl Pedemontana 4. 27 euro; Usl Berica 4. 27 euro; Usl Trevigiana 4. 10 euro; Usl Veneto orientale 4. 16 euro; Usl Serenissima 4. 27 euro; Usl Euganea 4. 11 euro; Usl Rovigo 4. 23 euro e Usl Verona 4. 18 euro. I comuni ogni anno versano alle Usl una specifica quota per garantire i servizi per disabili, per la salute mentale, per le dipendenze, per gli anziani e i minori. Il fondo regionale serve ad abbassare la compartecipazione dei comuni.

Il caso più eclatante era Padova: l’ex Usl 16 aveva un riparto pro capite di appena 3 euro. «I comuni vengono liberati da un po’ di spesa», aggiunge Sinigaglia, «La Regione così consente ai Comuni di aumentare o migliorare i servizi che eroga. Il problema si trascinava da quasi dieci anni: nell’ex Usl 16 c’erano 3 euro di stanziamento, altre province arrivavano anche a 6 euro. La differenza era enorme. Per un comune medio o piccolo da 20mila abitanti anche solo un euro pro capite fa una bella differenza».

Il fondo 2017 è così ripartito: all’Usl 1 Dolomiti sono assegnati 1. 327. 000 euro (41mila in più rispetto a quanto preventivato); all’Usl 2 Marca Trevigiana 3. 637. 000 (più 700 mila), all’Usl 3 Serenissima 2. 729. 000 (più 440 mila); all’Usl 4 Veneto Orientale 897. 000 euro (più 109 mila); all’Usl 5 Polesana 1. 022. 000 euro (più 81 mila); all’Usl 6 Euganea 3. 839. 000 (più 812 mila); all’Usl 7 Pedemontana 1. 569. 000 (più 168 mila); all’Usl 8 Berica 2. 123. 000 (più 209 mila); all’Usl 9 Scaligera 3. 857. 000 (più 440 mila).

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