«Chiudere presto l’istruttoria del Mose»
Paolo Evangelista, nuovo procuratore della Corte dei Conti: «Cerchiamo le responsabilità ma salvaguardiamo l’opera»
di Roberta De Rossi
VENEZIA. «Ho ricevuto importanti e gravose eredità: tra le tante, l’obiettivo è chiudere il prima possibile l’istruttoria sul Mose, ma - ed è un impegno che per me ha valore generale - sempre stando bene attenti a non commettere l’errore di buttare il bambino con l’acqua sporca: salviamolo questo bambino! Individuiamo le eventuali responsabilità, recuperiamo il danno fatto, ma salvaguardiamo anche l’intervento pubblico a favore della collettività. Ricordando che, tra l’altro, le somme che recuperiamo vanno direttamente ai comuni e agli enti danneggiati, non a Roma: in questo contribuiamo all’autonomia dei territori».
Si presenta così Paolo Evangelista, nuovo procuratore della Corte dei Conti del Veneto, che ha ricevuto nei giorni scorsi il testimone dal procuratore Carmine Scarano, in pensione dopo 17 anni alla guida della magistratura che vigila sui danni alla collettività compiuti da amministratori del bene pubblico corrotti, truffaldini o gravemente distratti e incapaci. Laureato in Giurisprudenza a Napoli, Evangelista arriva a Venezia da Trento, dove è stato procuratore regionale del Trentino Alto Adige dal novembre 2011, dopo essere stato 14 anni magistrato della Procura contabile della Lombardia.
Il Mose, dunque: in corso un’indagine che contesta 61 milioni di euro di danni erariali, per la sovrafatturazione delle pietre per la realizzazione delle dighe sommerse a protezione delleparatoie. Inchieste,ma anche confronto. «Avverto il peso e la responsabilità di questa funzione: il Veneto ha la peculiarità di avere molte città importanti: è giusto rispondere all’opinine pubblica sul nostro operato», prosegue il procuratore contabile, «la linea dev’essere fermezza assoluta in caso di dolo, ma equilibrio e buonsenso per valutare la gravità reale della colpa, altrimenti si crea la paralisi nell’azione degli amministratori, che per paura di un’azione erariale non assumono decisioni». Da anni, molti amministratori - dal presidente della regione Zaia al sindaco Brugnaro - chiedono alla Corte dei Conti di poter avere un parere “preventivo” sugli interventi più controversi. Parere che la magistratura non può dare: «Possiamo solo illustrare i criteri della nostra valutazione e lo faremo. Molti enti, ad esempio, a fronte di vertenze infinite, non transano per paura di una citazione.Perché al pubblico dev’essere negato ciò che è concesso al privato? Ecco, il nostro criterio di valutazione sarà se la scelta è congruamente motivata: la fatica è capire il contesto. Posso dare agli amministratori il nostro orientamento generale, ma poi loro devono agire. Avrò anche una visione romantica, ma la centralità dev’essere l’etica della persona al di là dei codici: serve passione civile del dipendente pubblico per agire per il bene comune e una selezione del personale basata sulla reale meritocrazia, conferimento degli incarichi per esperienza. Ma determinante è l’orgoglio di lavorare per la collettività».
Infine, una buona notizia: la conclusione entro fine anno del lungo restauro del Palazzo dei Camerlenghi, sede storica della magistatura finanziaria sul ponte di Rialto: obiettivo è tornare “a casa” in tempo per inaugurare il nuovo anno giudiziario, a febbraio.
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