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Regata storica, appello del Comune "Più fair play, c'è la diretta tv"

L’assessore Panciera convoca i campioni del remo in vista della regata storica: stop a insulti e polemiche. Tensioni si sono avute anche all'ultima regata di Pellestrina. Il portavoce dei ragatanti Almansi: «Ma non tutti i giudici conoscono il regolamento»

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Un'immagine dell'ultima regata di Pellestrina 
VENEZIA. Bandiere gettate in acqua in diretta nazionale, insulti ai giudici, «vaffa» agli sfidanti al giro del paleto. L’assessore Panciera è preoccupato: troppe tensioni sui campi di regata, che rischiano di esplodere sotto i riflettori televisivi della Storica. E scatta l’appello: «Responsabilità».

L’assessore al Turismo e alla Promozione delle tradizioni ha convocato tutti - regatanti, giudici, commissione tecnica - per lanciare quello che definisce «un appello alla responsabilità collettiva di tutti dovuta alla città in occasione della Regata Storica, per un supplemento di impegno e di grande coscienza, per comportamenti - pur nell’agonismo - di massimo rispetto, che non ledano l’immagine della città con atteggiamenti che lascino un segno. Troppe polemiche».

A spingere l’assessore a intervenire, le tensioni che hanno accompagnato un impasso al giro del paleto all’ultima regata di Pellestrina, con un rovescimento della classifica finale, fatto salva la strameritata vittoria dei cugini Vignotto (assente Giampaolo D’Este). «Il problema è che oggi i giudici non sono credibili, perché non danno un’interpretazione univoca del regolamento e così talvolta qualcuno perde le staffe: vero che taluni regatanti non conoscono bene le ultime modifiche al regolamento, ma lo stesso accade per i giudici. Così non c’è serenità», commenta Marino Almansi, portavoce dei regatanti, che ha partecipato all’incontro con Panciera, insieme Ernesto Ortis (per i giudici) e Smerghetto (commissione tecnica). Un esempio? «Fino a due anni fa», racconta Almansi, «il regolamento vietava esplicitamente di sfruttare le scie. Poi - su pressione di «Crea», che giustamente ha detto che regatare è anche strategia - il divieto è stato cancellato: ma non c’è uniformità di giudizio, c’è chi squalifica se stai in scia ad un metro, quando invece si può stare a un centimetro, a condizione che non tocchi l’avversario. Uno decide in un modo, un altro l’opposto: ovvio che scattino le tensioni. Da anni chiediamo - come regatanti - che commissione tecnica e giudici si siedano attorno ad un tavolo, prima della Storica, e chiariscano i punti controversi, stabilendo un comportamento unico, informando i regatanti. E’ importante che il Comune presti attenzione al mondo del remo, per favorire quel ricambio generazionale di atleti e giudici che pochi anni fa sembrava impossibile: la voga è viva».
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