Mestre, nasce il club degli insultatori
Claudio Pasqualetto, l’oste oggetto degli insulti e promotore del circolo, ha già distribuito una quarantina di tessere gratuite. Birre gratis per una settimana alla numero cento
Gianluca Codognato
2 minuti di lettura

MESTRE. Grinta, coraggio, fantasia, determinazione. E tanta faccia tosta. Senza queste armi è impossibile superare la «prova del fuoco» e diventare membri del circolo. La tessera di «insultatore dell’oste», insomma, bisogna proprio guadagnarsela. Il rituale di iniziazione è rigido, non è possibile sgarrare, altrimenti si resta fuori dai giochi. Il circolo in questione è nato da poco al pub Due Ochette in via Rielta. E Claudio Pasqualetto, ovvero l’oste, ha già distribuito una quarantina di tessere.
Tutto ciò a fronte di un numero imprecisato di insulti ricevuti. «E’ un modo come un altro per creare aggregazione - spiega il gestore del locale - Qui c’è un ambiente familiare e i clienti più affezionati mi insultano da sempre. A questo punto, perché non fondare un club?». L’idea sembra funzionare perché, in effetti, al di là dei soliti afecionados, il ruolo di insultatore d’oste piace a molti. «Stiamo continuando a stampare nuove tessere - spiega Pasqualetto - Contiamo di arrivare in breve tempo a un centinaio. Al possessore della tessera numero cento offrirò la birra per una intera settimana».
Ma come si fa ad entrare nel circolo? Per Stefano Brandoli, tessera numero uno e presidente del club, non è stato poi così difficile. «Insultare Claudio è sempre stato un grande piacere - scherza - E così sarei potuto entrare di diritto. Ma abbiamo comunque seguito il rituale, davanti agli altri clienti. Io mi sono limitato ad alcune considerazioni di natura estetica e l’ho mandato a vaff.. con una certa energia». Seguire il rituale non é all’apparenza difficile. Pasqualetto, piazzato dietro al bancone con le braccia conserte, guarda l’aspirante insultatore d’oste. Il quale, a un segnale prestabilito, si lancia, anche con ampi gesti, in improperi d’ogni genere.
«Non ci sono limiti, naturalmente - spiega lo stesso Pasqualetto - Sono però apprezzate le offese raffinate, fatte bene o comunque congeniate con fantasia. L’eccessiva volgarità o il coinvolgimento di familiari, come la madre, fanno perdere punti. In questi casi, niente tessera». La «prova del fuoco» dura qualche decina di secondi, poi il giudice, cioè il destinatario degli insulti, decide se far entrare o meno nel club l’insultatore. Stefano Cimarosti è il detentore della tessera numero due, nonchè vice presidente.
«Anche per me è stata una passeggiata - racconta - Sono stato plateale, mi sono quasi arrampicato sopra il bancone per avvicinarmi con la faccia e insultarlo meglio».
Ma per chi non conosce bene Claudio il compito è più ostico. Qualcuno parte convinto ma poi non riesce a pronunciare neppure mezza parola. Qualcun altro si limita a timide provocazioni. L’imbarazzo può prendere il sopravvento davanti agli altri clienti. In ogni caso lo speciale e selezionato circolo degli Insultatori dell’oste conta già una quarantina di membri.
Ma gli aspiranti sono ancora molti. E pensare che tutto è nato per gioco, come racconta Patrick Munafò, tessera numero tre. «In questo locale siamo una grande famiglia - spiega - E così quello di prenderci in giro è una prassi. Claudio, essendo l’oste, è diventato la vittima designata».
Tutto ciò a fronte di un numero imprecisato di insulti ricevuti. «E’ un modo come un altro per creare aggregazione - spiega il gestore del locale - Qui c’è un ambiente familiare e i clienti più affezionati mi insultano da sempre. A questo punto, perché non fondare un club?». L’idea sembra funzionare perché, in effetti, al di là dei soliti afecionados, il ruolo di insultatore d’oste piace a molti. «Stiamo continuando a stampare nuove tessere - spiega Pasqualetto - Contiamo di arrivare in breve tempo a un centinaio. Al possessore della tessera numero cento offrirò la birra per una intera settimana».
Ma come si fa ad entrare nel circolo? Per Stefano Brandoli, tessera numero uno e presidente del club, non è stato poi così difficile. «Insultare Claudio è sempre stato un grande piacere - scherza - E così sarei potuto entrare di diritto. Ma abbiamo comunque seguito il rituale, davanti agli altri clienti. Io mi sono limitato ad alcune considerazioni di natura estetica e l’ho mandato a vaff.. con una certa energia». Seguire il rituale non é all’apparenza difficile. Pasqualetto, piazzato dietro al bancone con le braccia conserte, guarda l’aspirante insultatore d’oste. Il quale, a un segnale prestabilito, si lancia, anche con ampi gesti, in improperi d’ogni genere.
«Non ci sono limiti, naturalmente - spiega lo stesso Pasqualetto - Sono però apprezzate le offese raffinate, fatte bene o comunque congeniate con fantasia. L’eccessiva volgarità o il coinvolgimento di familiari, come la madre, fanno perdere punti. In questi casi, niente tessera». La «prova del fuoco» dura qualche decina di secondi, poi il giudice, cioè il destinatario degli insulti, decide se far entrare o meno nel club l’insultatore. Stefano Cimarosti è il detentore della tessera numero due, nonchè vice presidente.
«Anche per me è stata una passeggiata - racconta - Sono stato plateale, mi sono quasi arrampicato sopra il bancone per avvicinarmi con la faccia e insultarlo meglio».
Ma per chi non conosce bene Claudio il compito è più ostico. Qualcuno parte convinto ma poi non riesce a pronunciare neppure mezza parola. Qualcun altro si limita a timide provocazioni. L’imbarazzo può prendere il sopravvento davanti agli altri clienti. In ogni caso lo speciale e selezionato circolo degli Insultatori dell’oste conta già una quarantina di membri.
Ma gli aspiranti sono ancora molti. E pensare che tutto è nato per gioco, come racconta Patrick Munafò, tessera numero tre. «In questo locale siamo una grande famiglia - spiega - E così quello di prenderci in giro è una prassi. Claudio, essendo l’oste, è diventato la vittima designata».
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